Ho avuto in omaggio un libro del tutto particolare. Sulla copertina il titolo “Album” sembra tracciato a mano dal pennino di una vecchia penna scolastica intinto nell’inchiostro nero. Appena sotto, in caratteri molto più piccoli, il sottotitolo “Ritratti di pionieri” è subito tradotto nel francese “Portraits de pionniers”.
Ad ogni doppia pagina, chi lo sfoglia incontra a destra una sequenza di ritratti in grande formato, interrotta qua e là da particolari ingranditi di lenti e occhiali e conclusa da due paesaggi urbani in cui si riconoscono celebri monumenti di Bruxelles. A sinistra campeggiano nello spazio bianco i nomi dei corrispondenti personaggi, alternati con brevi brani scritti con la grafia della copertina, che nell’insieme compongono un’antologia di frasi da loro pronunciate.
L’occhio della fotocamera per lo più “stringe” sui volti e li isola dal contesto ambientale, di cui pure si intuisce la presenza. A volte la figura è totalmente decentrata, in un caso è addirittura allontanata e rimpicciolita, e allora lo spazio, gli oggetti, persino altre presenze umane entrano a far parte del ritratto e lo arricchiscono, instaurando un muto dialogo con il protagonista.
Le fotografie non si limitano a registrare fedelmente le rughe e le imperfezioni della pelle, le vaste chiome bianche di alcuni o le ampie fronti scoperte di altri, ma riesce a fissare i moti dell’animo, l’intuizione di un pensiero, lo squillo di una risata o il dischiudersi di un sorriso.
I volti appaiono sereni, sorridenti, ma anche intensamente seri, consapevoli e traducono la profondità dell’anima e del pensiero. Se non sapessimo chi sono, potremmo vedere in loro pensatori originali, scrittori o poeti universali, uomini di Stato o promotori di grandi ideali. Guy Laurent, ad esempio, nella mia fantasia evoca un vate alla Walt Whitman; Beppe Piccoli, con la sua aria ironica e dolce al tempo stesso, un filosofo empirista inglese; Boucar Diouf un giovane Martin Luther King con gli occhiali dalla montatura argentea e le calze a righe.
Sono i “Pionieri” di cui parla il sottotitolo: i Pionieri della Nefrologia e, in particolare, della dialisi, applicazione scientifica tra le più benefiche e utili nella lotta incessante per liberare o almeno sollevare l’umanità dal peso del dolore fisico e dalle sue conseguenze psicologiche e morali.
Il libro, arricchito dalle calligrafie di Ester Richiero e da un testo poetico di Giorgio Cattaneo, è nato per accompagnare un film realizzato da Giorgina Piccoli (che ha raccolto le interviste da cui sono tratti i brani pubblicati) e Gilberto Richiero (il regista), ed è stato realizzato in occasione del cinquantenario della Société de Néphrologie.
Ringrazio dell’omaggio l’amica Franca Giacchino.
Willy Beck
Ivrea, 11 marzo 2011
Mar 14 2013
Idee e sentimenti in un bell’album di ritratti
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