Ripartono i lavori alla “maxi-stalla”

RIVAROLO – Sembra ormai concluso il caso “maxi stalla”. È difatti arrivata la sentenza del Consiglio di Stato al ricorso in appello proposto dall’Azienda Mellano, con incidenza del Comune di Rivarolo, circa l’opposizione alla sentenza del Tar Piemonte che aveva dato ragione ai residenti di borgata Vittoria, causando la sospensione dei lavori di costruzione. «Siamo contenti perché è stata fatta chiarezza – affermano i titolari dell’azienda Mellano – dopo tanto tempo finalmente la situazione è stata chiarita.»
Ma facciamo un passo indietro e rivediamo la vicenda nei punti maggiormente significativi. I residenti in borgata Vittoria si erano opposti alla costruzione di cinque stalle che ospiteranno circa mille bovini, da parte dell’Azienda Agricola Mellano Dino, Azienda Agricola Mellano Stefano e Società Agricola Cervino, strutture che stanno nascendo sull’appezzamento di destinazione agricola in località Vittoria, non molto distante dall’incrocio per Bosconero Tutti d’accordo i cittadini avevano fatto ricorso al Tar del Piemonte, il quale aveva accolto parzialmente il ricorso, ciò aveva causato un primo blocco dei lavori, interpretando così la norma: non si possono creare nuovi insediamenti che non abbiano un significato di complementarietà con le attività già esistenti sul territorio.  Ed ecco perché la giunta Bertot aveva deciso di portare in Consiglio “l’interpretazione” della norma. L’approvazione della delibera, da parte della sola maggioranza, aveva causato la rabbia e l’indignazione dei cittadini contrari al proseguimento dei lavori. Rimessa la delibera al Tar, il cantiere era stato riaperto. I residenti della borgata avevano però esposto un’ulteriore ricorso, stavolta contro la delibera in questione. Ed ecco che il Tar aveva notificato una nuova sospensione dei lavori, fino al pronunciamento con il quale accoglieva nuovamente il ricorso dei cittadini. Dopo due sentenze negative del Tar del Piemonte, che avevano fermato i lavori di costruzione della “maxi stalla” dell’Azienda Mellano, (l’ultima che risale al 17 novembre scorso), ecco la sentenza del Consiglio di Stato che ribalta la situazione.