Rivarolo: Eletto il Consiglio Direttivo del Comitato “Non Bruciamoci il Futuro”

RIVAROLO – Sabato scorso, 16 febbraio, presso Villa San Giuseppe, si è svolta l’assemblea generale dei soci del Comitato “Non Bruciamoci il Futuro” per l’approvazione dello Statuto e la votazione del Consiglio Direttivo.
In apertura dei lavori, Danila Tarizzo, portavoce del gruppo, ha illustrato brevemente l’attività svolta dal comitato sin dalla nascita.
«Gli scopi del Comitato sono tre – ha affermato Tarizzo – reperire tutta la documentazione necessaria ad appurare la vera natura dell’impianto sorto nell’area dell’ex Vallesusa e la sua conformità a leggi e regolamenti; stimolare e promuovere il dibattito su tutte le possibili ricadute ambientali; evitare che in tale impianto vengano bruciati rifiuti o sostanze dannose alla salute dei cittadini. Abbiamo recuperato parecchia documentazione, ma ancora mancano la concessione edilizia, il progetto relativo alla camera di combustione e il testo dell’accordo che dovrebbe essere stato siglato tra Asa e Sipea. In questi sei mesi abbiamo raccolto oltre due mila firme, organizzato l’incontro pubblico informativo che si è tenuto a novembre al Lux, organizzato la marcia di protesta che ha avuto molto successo e incontrato all’Oratorio di San Giacomo gli scout per spiegare loro la situazione. Il 3 dicembre 2012 sono iniziate le prime prove di soffiatura, e l’impianto è stato messo in funzione dal 17 dicembre. Il fumo non esce soltanto dalla ciminiera, ma anche dalle torri evaporative che sono poste sul retro. L’Arpa non ha ancora risposto alla nostra richiesta di accesso agli atti, formulata ad inizio gennaio, abbiamo quindi sollecitato la Commissione straordinaria a intervenire con l’Arpa. Il Comune – ha concluso Tarizzo – sta esaminando la possibilità di creare una commissione composta da tecnici, per il controllo e le verifiche del combustibile utilizzato e delle emissioni e noi stiamo valutando anche l’eventualità di procedere per vie legali. Finora abbiamo svolto parecchio lavoro, ma siamo soltanto all’inizio.»
La parola è poi passata all’altro portavoce, Giovanni Fragale, che ha aggiunto: «Ci siamo accorti troppo tardi di quanto stava accadendo, poiché l’autorizzazione è del 2006, ma è passata sotto silenzio per tutto questo tempo, finché un giorno ci siamo ritrovati con la centrale costruita. Nonostante ciò siamo riusciti ugualmente a far emergere l’intera vicenda. Abbiamo chiesto – ha proseguito Fragale – di non procedere con l’accensione dell’impianto senza il dovuto controllo, ma sono partiti ugualmente, sebbene i lavori non fossero terminati e non lo siano tuttora, perché dal primo gennaio gli incentivi “verdi” si sarebbero ridotti alla metà. Tutti gli aspetti della questione sono importanti, ma per il Comitato, ciò che più conta adesso, è esercitare una forma di controllo su cosa viene bruciato e sulle emissioni. Formeremo – ha concluso Fragale – un gruppo di lavoro esclusivamente tecnico-scientifico che affiancherà il Comitato supportandolo nelle verifiche.»
Procedendo con gli altri punti all’ordine del giorno, Marina Vittone, con il compito di presiedere l’assemblea, ha illustrato lo Statuto. Dopo l’approvazione dello stesso, è toccata alla votazione per acclamazione del Consiglio Direttivo (Danila Tarizzo, Piergiacomo Salassa, Silvia Poletto, Marisa Giorza, Tiziana Melfi, Moreno Marrazzo, Giovanni Fragale, Claudia Dellachà e Orazio Bonaventura) e dei tre revisori dei conti (Lucia Mattiello, Beppe Martino e Ferruccio Perona). Ciascuno dei candidati si è presentato al pubblico in sala e ha spiegato i motivi che l’hanno spinto a entrare a far parte del Comitato: la salute, l’ambiente, la sicurezza dei propri figli.
Prima di procedere con il dibattito finale e le domande dei rivarolesi presenti, l’Ingegner Reno Giorgi (Pro Natura) e l’Ingegner Pier Giorgio Perelli, specialisti in materia che hanno affiancato fin dall’inizio il Comitato fornendo preziosi dettagli tecnici e consigli, hanno rimarcato l’importanza di avere sotto controllo i dati contenuti nel Sistema Monitoraggio Emissioni (Sme), richiesto all’Arpa e non ancora ricevuto.

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