“Non solo una fabbrica, ma un modello di vita”

IVREA – “Ho deciso di accettare l’eredità di mio padre e guiderò questa fabbrica. La voglio piena di luce e di bellezza, che produca cultura perché la cultura ci rende liberi; voglio orari di lavoro corti; servizi sanitari all’avanguardia per i nostri operai…Voglio che la Olivetti non sia soltanto una fabbrica, ma sia un modello di vita.”
Una fiction capace di emozionare e quelli citati sono alcuni passi estrapolati dall’anteprima del film “Adriano Olivetti. La forza di un sogno” presentato alle Officine H di Ivrea, introdotto da Luca Barbareschi, per la regia di Michele Soavi (nipote di Adriano Olivetti) e con Luca Zingaretti nel ruolo di protagonista, in onda su Rai Uno il 28-29 ottobre. L’occasione è l’incontro ufficiale di presentazione della candidatura della Città di Ivrea a sito Unesco in qualità di città industriale del XX secolo. Una candidatura voluta nel 2008 dalla Fondazione Adriano Olivetti e dal Comune di Ivrea, in occasione delle celebrazioni per i 100 anni  della fabbrica Olivetti.
«Il modo migliore per ricordare quella nascita – ha sottolineato Laura Olivetti – è far sì che il patrimonio architettonico, espressione tangibile di un patrimonio molto più grande, un modo cioè di fare impresa, fosse il ricordo migliore che la Olivetti potesse lasciare da traghettare al futuro.» Poi uno sguardo alla fiction: «I puristi ed eporediesi in parte si riconosceranno, in parte no – ha continuato – ma ritengo che questo film non sia voluto per i soli eporediesi, ma per l’Italia tutta, e chi non conosce la storia avrà molto da imparare da questa ‘pellicola’, che ben fa capire il messaggio di Adriano Olivetti e la sua idea di impresa.»
Ne è convinto Luca Barbareschi le cui produzioni televisive (casa produttrice Casanova Multimedia) portano a scegliere biografie di persone dal valore positivo, capaci di lasciare un’emozione. Da qui la sintesi della storia di un grande uomo, declinata con strutture narrative che potessero essere emozionanti, con lo sguardo rivolto alla sua vita privata, alla famiglia, e all’imprenditore visto attraverso gli occhi di chi lo ha conosciuto. «Prima di tutto – ha commentato Barbareschi – abbiamo cercato di raccontare i valori importanti di una storia che parla di un’etica industriale, di una morale che appartiene a questo paese e di cui il paese ha bisogno.» Ed è un salone pieno di cittadini ad emozionare il Sindaco Carlo Della Pepa, molti dei quali hanno fatto parte di quella storia e molti dei quali oggi vivono i segni tangibili della crisi di un territorio che ha bisogno di risollevarsi. «Con questa candidatura – ha detto il primo cittadino – vogliamo segnare un punto di non ritorno, una scommessa. Non una corsa che ci vede vincitori ma che deve vedere tutto il territorio unito per questo obiettivo: Ivrea come patrimonio umanità.» Nelle parole dell’Assessore alla Cultura della Provincia di Torino la consapevolezza che la candidatura di Ivrea a Sito Unesco, la volontà di ricordare la storia sia al di là dei risultati che si otterranno, un esempio per le nuove generazioni di ciò che il territorio ha prodotto. «Pochi come Adriano Olivetti sono riusciti a creare unità tra mondo dell’impresa privata, vita di comunità e diffusione di una ricchezza che non è solo produttiva. Il rapporto tra tema di scienza e cultura, rappresentato dall’Unesco, e la storia della Olivetti possono sfatare il mito della contrapposizione tra il pubblico come elemento di bene e il privato come elemento di profitto in una spirale che rischia di aumentare pregiudizi e fratture di comunità.»
Per Michele Coppola, Assessore Regionale alla Cultura, l’insegnamento più importante da lasciare alle nuove generazioni è la testimonianza di un uomo che attraverso talento e determinazione  ha costruito da un sogno, un progetto concreto e di vita per molti. «Esistono uomini e donne che sono un esempio per tutti noi, soltanto che non così sovente scegliamo quegli uomini e quelle donne come esempio per chi ha qualche anno in meno» ha sottolineato, applaudendo ad un Piemonte, ad una comunità che sa unirsi nei momenti di grande opportunità unita nel chiedere che l’Unesco riconosca Ivrea come “patrimonio dell’umanità”. «Non per celebrare la felice intuizione di 100 anni fa ma per sceglierla come testimonianza per gli anni che verranno. L’impegno è di non limitarci alla proiezione di un film, ma di far vivere la candidatura, portando il film ai giovani affinchè costruiscano gli anni della vita che verrà, in modo migliore, affinchè siano più solidi e più ricchi.»
E l’augurio finale di Luca Barbareschi è che la fiction possa essere non solo un ricordo museale ma sia capace di riportare competenze, contenuti e prodotti, e sia da stimolo per i nostri giovani. «Occorre riappropriarci di questa filiera sana perché girando il mondo, ho potuto notare nei tanti luoghi attraversati che il mondo sogna italiano. E allora ben vengano le parole di Camillo Olivetti al figlio Adriano “Hai tanti talenti non devi disperderli”.»
Karen Orfanelli

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