No alla chiusura del Tribunale di Chivasso

CHIVASSO – Il Sindaco di Chivasso, Libero Ciuffreda e altri 21 primi cittadini del chivassese hanno scritto una lettera al Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per chiederle di rivedere la decisione di chiudere il Tribunale di Chivasso che diventerebbe operativa il 13 settembre.
Il testo della lettera:

Chiar.mo Ministro, in data 12 agosto u.s. abbiamo appreso dal Presidente f.f. del Tribunale di Ivrea, che con il D.M. citato in oggetto, si intenderebbe dare corso, a partire dal 13 settembre c.a., alla riorganizzazione della geografia dei tribunali collocando le sedi distaccate di Chivasso e Ciriè in capo ad Ivrea, mantenendo per due anni la sola sede di Ciriè e disponendo la chiusura di quella di Chivasso.
A tal proposito, l’art.1 riporta che presso la sede di Ciriè verranno demandate le pratiche afferenti le “procedure relative alle esecuzioni coattive, alle procedure concorsuali, alla volontaria giurisdizione e alla famiglia, per un periodo di due anni…”.
La informiamo che riteniamo la chiusura della sede di Chivasso, una decisione che
incontra la ferma contrarietà dei Sindaci della zona, quotidianamente impegnati oltre che nel rispetto delle leggi, anche nel ripristino di una serenità all’interno della Comunità, messa a dura prova da quanto è emerso dalle operazioni “Minotauro” e “Colpo di coda” per contrastare l’infiltrazione ‘ndranghetista.
Pertanto, non per sterili campanilismi, ma per la fondata necessità di vedere riconosciuto il diritto alla giustizia, come servizio pubblico, in un territorio esteso, articolato e complesso anche geograficamente come il nostro, riteniamo ingiustificabile la chiusura di una struttura accessibile e funzionale come la sede di Chivasso, seppur funzionalmente articolata ed organizzata con la sede di Ivrea. Al contrario riteniamo valida, praticabile ed economica, la proposta precedentemente formulata dal Presidente del Tribunale d’Ivrea, che si avvaleva temporaneamente, anche delle sedi di Ciriè e Chivasso, in attesa di accogliere tutta l’attività presso la costruenda sede principale di Ivrea e razionalizzando i servizi e trasporti per i cittadini.
Infatti, la naturale funzione di Chivasso come riferimento del territorio circostante, ha
ragioni storiche, ma ancor prima geografiche e logistiche, legate anche alle vie di
comunicazione.
Ignorare questo aspetto significa trascurare una significativa parte di popolazione del territorio, cui di fatto si nega l’accesso ai servizi giudiziari e sui quali peserebbero i maggiori disagi sociali ed economici, insopportabili in un Paese civile: “Come potrà essere garantita, ad esempio, la giurisdizione volontaria per un abitante di Verrua Savoia che si dovesse recare a Ivrea o a Ciriè? Le distanze da coprire con o senza i mezzi di trasporto pubblici, richiederebbe almeno una giornata di tempo con diseconomie ancor più cogenti in questo momento storico
sociale del Paese.
Riteniamo, inoltre, che il criterio della valutazione economica, che sembra sottendere alla scelta contenuta nel DM, non tenga conto della effettiva comparazione tra i costi delle due sedi distaccate. Ma questo aspetto è secondario: la necessità di presidi sul territorio rende, in questo momento, l’una sede non meno necessaria dell’altra.
Il dato che, invece, sembra non entrare nel computo è che il risparmio apparente
prospettato genera, in realtà, un costo (bilancio sociale) non accettabile per le famiglie, per le imprese e gli Enti pubblici.
Ci sembra l’antitesi di una “giustizia giusta”, anche solo perché non raggiungibile da
tutti.ed in particolare dai più deboli e fragili socialmente.
Gli Amministratori locali del chivassese chiedono, quindi che la decisione contenuta nel DM venga riconsiderata alla luce delle argomentazioni proposte, innanzitutto a tutela di una giustizia intesa come servizio pubblico effettivo rivolto al cittadino.
Ragioni di giustizia sociale, inoltre, impongono di richiedere che, nella denegata ipotesi, sia inevitabile la chiusura della sede di Chivasso, sia mantenuta, almeno la presenza del Giudice di Pace e dell’attività di volontaria giurisdizione, a favore, proprio, di quelle fasce di popolazione più esposte alle nefaste conseguenze della scelta prevista. In ogni caso si chiede con forza, che i nuovi confini dei tribunali, collochino Chivasso entro la circoscrizione del tribunale di Torino. Lo richiedono ragioni di natura logistica e di fruibilità dei trasporti, oltre che di continuità della competenza territoriale di Torino su fenomeni giudiziari e criminali che hanno coinvolto e funestato la nostra area geografica (in particolare nel
corso della già citata “Operazione Minotauro”).
Certi che le argomentazioni proposte verranno attentamente considerate e confidando nell’accoglimento delle richieste presentate, si porgono distinti saluti.
Roberto Buscaglia – Sindaco di Brandizzo
Sergio Bongiovanni – Sindaco di Brozolo
Franco Cappelino – Sindaco di Brusasco
Marco Suriani – Sindaco di Caluso
Francesco Cavallero – Sindaco di Casalborgone
Danilo Borca – Sindaco di Castagneto Po
Marina Cha Bertinetti – Sindaco di Castiglione Torinese
Mario Corsato – Sindaco di Cavagnolo
Marinella Venegoni – Sindaco di Crescentino
Tiziana Reinero – Sindaco di Foglizzo
Sergio Argentero – Sindaco di Gassino Torinese
Matilde Casa – Sindaco di Lauriano
Marco Frola – Sindaco di Montanaro
Laura Gastaldo – Sindaco di Monteu da Po
Franco Lomater – Sindaco di Rondissone
Maura Geminiani – Sindaco di San Benigno
Laura Luigina Birolo – Sindaco di San Sebastiano da Po
Simonetta Gronchi – Sindaco di Torrazza Piemonte
Luigi Borasio – Sindaco di Verolengo
Giuseppe Valesio – Sindaco di Verrua Savoia
Emanuele De Zuanne – Sindaco di Volpiano

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