TORINO – L’ufficializzazione della squadra di vice Ministri e Sottosegretari del neo Premier Enrico Letta ha fatto scoppiare un caso in Piemonte perché nessun incarico è stato affidato ad un esponente del Pd piemontese.
Questa esclusione ha portato alle dimissioni di Gianfranco Morgando da segretario regionale del Partito Democratico e di Paola Bragantini da segretario provinciale
La lettera di Morgando al Presidente dell’Assemblea regionale del Partito Democratico del Piemonte, On. Andrea Giorgis
Caro Andrea,
Ieri sera, poco prima della riunione del Consiglio dei Ministri per la nomina dei sottosegretari, ho saputo che nell’elenco dei nomi proposto dal PD non c’era nessun piemontese. La notizia è stata confermata dalle decisioni ufficiali. Sono senza parole. Viene penalizzata in modo indegno l’unica grande regione del nord in cui il PD ha conquistato il premio di maggioranza al Senato, e che ha contribuito con 34 eletti alla composizione della nostra rappresentanza parlamentare. Si impedisce al PD del Piemonte di dare il suo contributo, nell’azione di governo, alla soluzione dei problemi drammatici della nostra Regione. Lo giudico un atto di insipienza politica gravissimo, oltreché un oltraggio alla nostra dignità ed al nostro impegno di questi anni. Adesso capisco le difficoltà di interlocuzione di questi giorni, gli imbarazzi dei colloqui, i telefoni che suonavano a vuoto e i messaggi senza risposta. Abbiamo pagato un percorso decisionale tutto centrato su logiche spartitorie, proprio in un momento in cui le tensioni e il dibattito sul territorio richiedevano particolare cautela ed attenzione. Un vulnus che, almeno per quanto mi riguarda, sarà difficile da sanare.
Attendo con ansia di conoscere le spiegazioni che verranno date di queste decisioni. Tuttavia i democratici piemontesi hanno il diritto di sapere che qualcuno si assume la responsabilità politica dell’accaduto. Lo faccio io, con dispiacere ma con determinazione, rassegnando le dimissioni dalla segreteria regionale. Ti prego di informare la Direzione e l’Assemblea, e di promuovere le iniziative opportune per la gestione del partito in vista del congresso.
Avremo tempo per una valutazione serena di questi anni di lavoro politico comune, e per una ricostruzione delle ragioni di una così mesta conclusione. Per ora ringrazio, attraverso te, tutti coloro (iscritti, militanti e dirigenti) che in questi anni hanno contribuito alla nostra comune, bella esperienza politica.
Cari saluti.
Gianfranco Morgando
La lettera di Bragantini al Presidente dell’Assemblea Provinciale del Partito Democratico di Torino Sen. Mauro Maria Marino
Caro Mauro,
gli ultimi avvenimenti, relativi alla formazione prima del Governo e in fine della squadra dei Viceministri e dei Sottosegretari, costringono il Partito piemontese e torinese ad una profonda riflessione: innanzi tutto sulla linea politica nazionale, poi sulla relazione fra Partito nazionale e locale e – aggiungo – sulla capacità della classe dirigente locale di condividere un percorso unitario e quindi di costruire strategie comuni.
Le dimissioni di Pierluigi Bersani e della Presidente Rosy Bindi, seguite da quelle dell’intera Segreteria nazionale, a cui non hanno avuto seguito indicazioni operative e politiche ai livelli locali, hanno causato una pesante fibrillazione fra gli iscritti, i militanti e i gruppi dirigenti diffusi.
Oggi, l’avere composto il quadro del governo senza in alcun modo tenere conto delle espressioni territoriali – in particolare di quella di un territorio che ha consentito, con la sua vittoria, di ottenere il premio di maggioranza – è solo l’ennesimo segnale di una indifferenza, se non proprio di un franco disprezzo, nei confronti di chi rappresenta il Partito ai livelli locali. Una modalità di operare che non sorprende, ma che ormai è diventata insostenibile.
Il Piemonte e Torino, che di questa Regione rappresenta non solo il Capoluogo, ma anche più della metà della popolazione, sono state escluse da questi ragionamenti in favore di logiche incomprensibili. Scelta difficile da spiegare e da difendere, per il Gruppo dirigente nazionale, ma ancora di più per chi nei territori vive.
Si comprende sia la difficoltà del momento sia la necessità di comporre un quadro sempre più disgregato e scomposto. Risulta tuttavia evidente come il nostro percorso congressuale vada quanto prima avviato, per consentire al nostro Partito di ripartire su basi nuove.
Per questo motivo, rassegno le dimissioni da Segretario Provinciale di Torino, ringraziando indistintamente tutti gli iscritti per la straordinaria esperienza umana e politica che mi hanno consentito di fare.
Le prossime Assemblee regionale e provinciale dovranno dipanare una matassa complicata, avviando il percorso congressuale sulla scorta delle decisioni dell’Assemblea Nazionale.
Paola Bragantini