Si è conclusa sabato 25 agosto la trentatreesima edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli”. Il titolo dell’annuale festival culturale più importante d’Italia e forse d’Europa è stato tratto da una frase scritta da don Luigi Giussani: “la natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”. Un titolo impegnativo che è stato affrontato dai relatori che hanno partecipato agli incontri con discernimento e profondità di analisi. La natura dell’uomo, in un profondo periodo di crisi economica ma soprattutto ideale, deve richiamarsi all’infinito, al senso ultimo delle cose. Ecco perché non a caso il penultimo incontro è stato dedicato al bosone di Higgs, la cosiddetta “particella di Dio”.
Quando l’uomo si rapporta con il significato delle cose, le può giudicare ed in tal modo migliorare. Una tematica che mi sta a cuore è la visione dell’Europa. Al riguardo si è svolto mercoledì 22 agosto, in uno dei saloni più grandi della fiera riminese, l’incontro “Europa: una, nessuna, centomila”, moderato da Marco Bardazzi, caporedattore centrale de La Stampa e con la partecipazione del Vicepresidente della Commissione Europea, commissario responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria Antonio Tajani, dell’europarlamentare Mario Mauro e di Luís Miguel Poiares Maduro, direttore del “Global Governance Programme” nell’ambito della European University Institute. Interessantissimo è stato proprio l’intervento di questo giovane portoghese ormai naturalizzato fiorentino. Ex avvocato generale presso la Corte di Giustizia europea a Lussemburgo, vincitore di numerosi premi in campo legislativo ed economico, ha svolto un’approfondita disamina delle problematiche che assillano l’Europa odierna.
«L’Europa è in crisi d’identità», esordisce Maduro, chiamato a una prova difficile: supplire all’assenza del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, che ha annullato la sua visita al Meeting per un grave lutto familiare. Maduro comincia il suo intervento a partire dalle crisi d’identità dei sistemi democratici nazionali, chiamati alla sfida del mondo moderno e soprattutto delle potenze emergenti quali Cina ed India. È facile, per Maduro, scaricare il peso della responsabilità su altri: “Ci sono due versioni della crisi dell’euro: per la prima, la colpa è degli stati dissoluti del sud dell’Europa”. Per la seconda, bisogna invece puntare il dito verso il nord Europa, che ha concesso prestiti sproporzionati ai meno virtuosi paesi mediterranei». Occorre quindi un’integrazione tra i vari stati europei. Un’integrazione, però, che richiede molta attenzione, come riferito dall’altro relatore Mario Mauro: «Non ci interessa un’Europa che vuole diventare una parodia della ex Unione Sovietica». Per Tajani, occorre un progetto europeo comune: «I singoli stati non possono pretendere di essere competitivi da soli contro il mondo». Ecco alcuni suggerimenti di Maduro: nuove politiche comunitarie che devono seguire interessi comuni a tutti i popoli dell’Europa, il presidente della Commissione Europea scelto attraverso le elezioni parlamentari. Una sorta di Stati Uniti d’Europa.
Sembra impossibile che tematiche come queste possano essere illustrate davanti ad una platea di non addetti ai lavori, lontano dai tavoli del potere, nella calura insopportabile dell’estate riminese. Eppure sono cose che succedono al Meeting. Uno dei tanti incontri, dei centomila incontri che avvengono al Meeting di Rimini. Ecco un buon motivo per segnarsi nell’agenda la prossima edizione, dal 18 al 24 agosto 2013, dove si parlerà di “emergenza uomo”.
Claudia Leone
Ago 28 2012
Meeting di Rimini 2012: un incontro, centomila incontri
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