TORINO – Mantenimento e sviluppo dei servizi scolastici montani, sostegno ai consorzi turistici montani e deroghe alla definizione di bosco per sostenere un corretto equilibrio tra le risorse forestali e quelle antropiche. Sono i tre provvedimenti a salvaguardia dei territori montani piemontesi, proposti dall’assessore Vignale e approvati oggi dal Consiglio Regionale.
Per mantenere i servizi scolastici e lo sviluppo delle scuole di montagna, si prevede la possibilità per la Regione, in accordo con l’Ufficio scolastico regionale, di attuare specifici interventi a favore delle scuole di montagna finalizzati a salvaguardare il servizio laddove si prospettano possibili chiusure o la necessità di razionalizzare particolari situazioni di pluriclasse.
“Il disposto di questo articolo – spiega l’assessore Vignale – è stato redatto in collaborazione con l’assessore all’istruzione Cirio, al fine di garantire, alle famiglie e ai ragazzi residenti in aree marginali, un servizio importante e necessario come quello scolastico, evitando una possibile chiusura”.
Per sostenere i consorzi turistici e promuovere i piccoli centri a montani a rischio di abbandono, è stata prevista la concessione di tributi regionali per attività di promozione, accoglienza e informazione per i consorzi turistici con 250 posti letto. Il disposto deroga, l’attuale normativa regionale che prevedeva l’erogazione di sostegni regionali per la realizzazione di programmi promozionali solo a consorzi turistici aventi 1000 posti letto. “Il Piemonte – spiega Vignale – conta una moltitudine di piccoli comuni montani, sede di consorzi turistici che, pur non disponendo di mille posti letto, rappresentano per l’economia e il turismo locale un volano di sviluppo. Spesso infatti in questi comuni le piccole realtà locali, come alberghi, ristoranti o bed and breakfast, si consorziano per riuscire a meglio definire l’offerta turistica locale. Soprattutto in un momento di grande crisi come quella registrata in questo ultimo anno, sostenere anche queste piccole, ma molto importanti realtà, significa sostenere famiglie e occupazione in zone che altrimenti rischiano l’abbandono”.
Sono state infine votate alcune modifiche alla legge regionale n. 4/2009 in merito alla definizione di bosco. Nel dettaglio vengono esclusi dalla definizione di bosco i nuclei edificati abbandonati e colonizzati da vegetazione arborea o arbustiva a qualunque stadio d’età, le formazioni forestali di origine artificiale realizzate su terreni agricoli a seguito dell’adesione a misure agro ambientali promosse nell’ambito delle politiche di sviluppo rurale dell’Unione europea una volta scaduti i relativi vincoli, i terrazzamenti, i paesaggi agrari e pastorali di interesse storico coinvolti da processi di forestazione, naturale o artificiale, oggetto di recupero a fini produttivi. “Questa norma – spiega Vignale – nasce dalla volontà da parte della Giunta regionale di procedere ad una gestione delle risorse forestali, e in particolare il bosco, che consenta il loro utilizzo per la vita dell’uomo in modo compatibile con la loro conservazione. Scomputare dalla definizione di bosco la crescita selvatica o abusiva della vegetazione è un modo per garantire un corretto equilibrio tra attività antropiche ed economiche, come ad esempio pascoli o semine, con elementi di naturalità, pianificando una corretta gestione delle risorse forestali e ponendo in relazione tutte le componenti naturali con le necessità dei sistemi economici delle aree montane”.
Ago 05 2013
Interventi a favore della montagna piemontese
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