TORINO – Erano undici i parlamentari piemontesi che hanno preso parte, nel palazzo della Regione Piemonte, all’incontro presieduto dal Governatore Roberto Cota con rappresentanti di Giunta e Consiglio per fare il punto sui dissesti causati dall’ondata di maltempo e di nubifragi che si sono abbattuti sul territorio regionale tra il 27 aprile e il 19 maggio scorsi. Un incontro da cui è emersa la volontà dei parlamentari di supportare la Regione sul riconoscimento dello stato di calamità naturale, con le relative risorse necessarie a riparare i danni causati dal maltempo.
In quel periodo, frane, allagamenti ed esondazioni causarono un danno pubblico complessivo di 56 milioni di euro.
«Ci aspettiamo – ha detto l’assessore regionale all’Ambiente, Roberto Ravello – una risposta positiva rispetto alla dichiarazione sullo stato di emergenza, che deve però essere necessariamente accompagnata dallo stanziamento e dal trasferimento di risorse con cui poter proseguire e dare nuovo slancio alla messa in sicurezza del nostro territorio.» L’assessore Ravello ha poi sottolineato che «la Regione Piemonte, dal 2010 ad oggi, si è vista riconoscere dallo Stato solo 10 milioni di euro a valere sugli eventi di marzo e novembre 2011. Inoltre, registriamo l’impossibilità di poter realizzare i 216 interventi ricompresi nell’Accordo di Programma per la mitigazione del rischio idrogeologico, sottoscritto col Ministero dell’Ambiente nel 2010, in quanto al momento su 65 milioni di euro, il Governo ha trasferito soltanto 12 milioni, tutti interamente impegnati per le progettazioni delle opere.» E il nuovo contesto è quello in cui i cambiamenti climatici determinano eventi meteorologici con caratteristiche di forte intensità e difficilmente prevedibili, in quanto si presentano a macchia di leopardo e su porzioni di territorio molto limitate. «Gli effetti sono risultati contenuti solo dove, nel tempo, è stato possibile intervenire con opere di sistemazione e messa in sicurezza del territorio» ha concluso Ravello.
«Negli ultimi anni – ha ribadito l’assessore alle Opere pubbliche Giovanna Quaglia – la Regione è intervenuta con risorse regionali per far fronte alle emergenze. È stato approvato un aumento della benzina, che finanzia con la contabilità speciale i danni alluvionali. Ma oggi, di fronte alla stima di oltre 50 milioni di danni causati dagli eventi di maggio alle infrastrutture pubbliche, ci aspettiamo il riconoscimento dello stato di calamità e abbiamo chiesto ai parlamentari piemontesi di sostenere la richiesta con interventi diretti verso il Governo. I provvedimenti del ‘fare’ passano anche attraverso interventi a tutela del territorio e del rischio idrogeologico.»
Soddisfatto il presidente Cota. «È stato un incontro positivo e costruttivo – ha detto il presidente – sono molto contento che da parte di tutti sia stata espressa la volontà di continuare questo gioco di squadra su tutti i fronti, al di là del tema alluvione, nell’interesse del Piemonte.»
All’incontro erano presenti i senatori Enrico Buemi, Stefano Esposito, Elena Ferrara, Stefano Lepri, Lucio Malan, Maria Rizzotti, Marco Scibona e Magda Angela Zanoni e i deputati Stefano Allasia, Paola Bragantini e Mino Taricco.
Le precipitazioni
In Piemonte, la primavera 2013 è stata caratterizzata da intense precipitazioni che hanno interessato
la regione a più riprese a partire da inizio marzo; dalla seconda metà di aprile al 20 maggio una serie di eventi hanno determinato una pioggia cumulata media sul Piemonte di 350 mm con i valori più elevati nei bacini dell’Orco, Stura di Lanzo, Sesia e Toce con oltre 600 mm.
Per un periodo più ampio, 1/3-19/5 2013, i massimi di precipitazione cumulata sono stati:
1158 mm a Montecrestese (Vb); 1146 mm a Trivero (Bi); 1117 mm a Traversella (To) e Corio (To); 679 mm ad Angrogna (To); 612 Briga alta (Cn). In altri termini, le precipitazioni di tale periodo hanno uguagliato o superato le precipitazioni media annue regionali.
In due periodi, in particolare, le precipitazioni hanno raggiunto valori tali da innescare effetti al suolo anche rilevanti: 27 aprile-2 maggio e 15-19 maggio.
A partire dalla giornata di venerdì 26 aprile e, con particolare veemenza, il pomeriggio di sabato 27 aprile, violenti fenomeni temporaleschi hanno colpito con notevole intensità un’estesa fascia montana e pedemontana nord orientale del Piemonte. Le zone in cui si sono rilevati maggiori effetti sono state il Canavese, l’Eporediese e la Valchiusella, gran parte del Biellese, la media e bassa
Valsesia e parte del Verbano Cusio Ossola. Il 2 maggio un violento nubifragio ha colpito un settore della bassa Langa Cuneese. Fenomeni isolati di intensità minore hanno altresì interessato altre aree della fascia pedemontana/collinare.
In continuità con gli eventi, precipitazioni piovose molto persistenti, abbondanti e diffuse su tutto il territorio regionale, contrassegnate in alcuni casi da picchi di intensità molto forte, hanno continuato a colpire nel mese di maggio 2013, fino a domenica 19, l’intero territorio piemontese. Il 15 maggio un’estesa saccatura sull’Europa occidentale ha convogliato correnti meridionali umide sul Piemonte provocando precipitazioni diffuse, con un’intensificazione dei fenomeni nelle successiveore, in particolare sul settore settentrionale e sulle zone al confine con la Liguria. Il 16 maggio 2013 l’area di bassa pressione responsabile del maltempo ha continuato a convogliare aria umida ed instabile sul nordovest. Nel pomeriggio del 17 maggio locali condizioni di marcata instabilità postfrontale hanno determinano rovesci e temporali, in particolare sulla fascia pedemontana occidentale, dove la convergenza di correnti meridionali in quota ed orientali nei bassi strati ha causato fenomeni molto forti con abbondanti grandinate sulle Valli di Lanzo e sul Canavese. I massimi di precipitazione oraria si sono registrati a Front (To) con 40.4 mm, Locana (To) con 32.6 mm e Corio (To) con 32.2 mm. In Val Soana tra le ore 12 e le 20 sono stati registrati a Rosone (To) 83.6 mm ed a Bertodasco (To) 80.8 mm. Il 18 maggio il flusso di masse umide in quota ha determinato una convergenza a ridosso della fascia pedemontana nordoccidentale, con un’ulteriore intensificazione dei fenomeni. Nella mattinata del 19 maggio 2013 i fenomeni si sono gradualmente esauriti. Nel corso del periodo considerato, gli effetti delle precipitazioni al suolo si sono spesso sovrapposti ed amplificati anche per la ormai ridotta capacità dei suoli di assorbimento delle acque. Ne è prova la piena del fiume Po, che ha raggiunto più volte la soglia di attenzione a causa dell’innalzamento generale dei livelli idrici dei suoi tributari.
Giu 18 2013
Incontro in Regione sullo stato di calamità per gli eventi alluvionali della primavera 2013
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