RIVAROLO – In attesa dell’incontro pubblico con i Cittadini al quale il Comune di Rivarolo e il Comitato intendono invitare il Presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta e, dopo partecipata manifestazione pacifica che si è tenuta lo scorso sabato per le vie di Rivarolo, è giunta in questi giorni, a firma del dr. Francesco Pavone, la risposta della Provincia di Torino, in cui si dichiara la regolarità delle procedure autorizzative per l’avviamento dell’impianto. Tutte le modifiche apportate al progetto originale dall’azienda costruttrice sono da considerarsi, secondo la Provincia, “migliorative e non sostanziali”.
Lunedì scorso si è svolto un incontro promosso dalla Commissione straordinaria che amministra la Città di Rivarolo con l’Assessore provinciale all’Ambiente Roberto Ronco, i funzionari della Provincia di Torino del Settore qualità dell’aria e risorse energetiche, l’Arpa Piemonte, la ditta costruttrice Sipea – Cofely e una delegazione del Comitato “Non bruciamoci il futuro”.
Durante l’incontro il Comitato ha, ancora una volta evidenziato, le criticità ambientali e i nodi tecnico-amministrativi irrisolti: l’inizio delle prove di combustione con rilevanti e continue emissioni dei fumi e in assenza di riscontri pubblici sul loro monitoraggio, relativamente a quantità e composizione delle sostanze emesse; la tipologia del combustibile, in quanto nell’autorizzazione e nelle determinazioni dirigenziali della Provincia non è riportata la specificazione scritta che l’impianto sarà alimentato con “biomassa legnosa vergine”, e il termine generico di biomassa comprende anche la frazione umida dei rifiuti urbani e assimilabili agli urbani (scarti dell’industria alimentare, ecc.); il reperimento della biomassa legnosa da filiera locale e tracciabilità delle forniture; la variazione del sistema di raffreddamento, da aria ad acqua, mediante torri evaporative che comporterà un prelievo d’acqua in falda di 192.960 mc/anno, la cui modalità di realizzazione non è stata chiarita; si fa riferimento ad un pozzo di cui l’azienda dovrebbe usufruire, ma non si conoscono i disagi che la collettività e le attività agricole e lavorative del territorio potrebbero patire in conseguenza di tale prelievo; la mancanza dell’assetto co-generativo, con produzione combinata di energia e calore per la fornitura alla rete di teleriscaldamento alla Città di Rivarolo, con conseguente venir meno del “servizio di pubblica utilità” per la cittadinanza di Rivarolo; il sistema di monitoraggio delle emissioni (SME) realizzato dall’azienda costruttrice in regime di “autocontrollo”, con le sole prescrizioni di Arpa circa la sua realizzazione e conduzione: questo aspetto risulta di particolare criticità, in quanto non vi sono sufficienti garanzie di un “controllo pubblico”, in tempo reale, sulla natura e concentrazione degli agenti inquinanti immessi in atmosfera; l’ulteriore carico di traffico pesante, con un numero imprecisato di mezzi in ingresso e in uscita sulla rete viaria cittadina, al quale al momento non è stata trovata soluzione; «Per tutto quanto esposto, – affermano i portavoce del Comitato Non Bruciamoci il Futuro – e in considerazione delle modifiche apportate nel tempo al progetto originale, stupisce il fatto che le Amministrazioni competenti non abbiano ritenuto necessario sottoporre l’impianto a Valutazione di impatto ambientale (V.I.A). Siamo interessati a conoscere e verificare se, in situazioni similari, la Provincia di Torino abbia adottato lo stesso tipo di procedimento amministrativo, attuando con coerenza le proprie politiche ambientali sul territorio provinciale. Per tutti questi motivi, – continuano – auspichiamo che venga realizzato uno stringente Protocollo d’intesa atto a garantire che: il combustibile sia esclusivamente “biomassa legnosa vergine” e che l’Azienda si impegni a rinunciare per il futuro a qualunque conversione dell’impianto verso i rifiuti di qualunque genere; il legname sarà reperito dalla filiera locale, la cui tracciabilità sia garantita all’origine; sia chiarito e verificato il sistema di captazione dell’acqua in ingesso dell’impianto (192.960 mc/anno) e la modalità di smaltimento dell’acqua in uscita; sia garantita la produzione di calore per la rete di teleriscaldamento e ad un costo notevolmente ridotto per i Cittadini di Rivarolo; il sistema di monitoraggio delle emissioni sia gestito dall’autorità pubblica competente (Arpa) e i dati delle emissioni vengano comunicati in tempo reale (on-line) al Comune, alle autorità sanitarie e consultabili da tutti i Cittadini; siano installate le centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria che comprendano l’individuazione di parametri che possano risultare traccianti per l’attività specifica della centrale; sia installato un sistema di web-cam all’interno dell’impianto per il controllo (on-line) della tipologia di combustibile introdotto all’interno della camera di combustione e sia istituita una Specifica Commissione Comunale formata da Tecnici di varie discipline allo scopo di studiare e relazionare sull’impatto sanitario, ambientale e socio-economico prodotto da tale impianto.»
Il Comitato ha chiesto inoltre che l’impianto non sia collaudato e messo a regime prima che sia siglato il Protocollo d’intesa.
Su tali intenti, l’Assessore provinciale all’Ambiente Roberto Ronco, unitamente alla Commissione Straordinaria, si è assunto l’impegno di promuovere l’intesa con Sipea-Cofely.
«Il Comitato “Non bruciamoci il futuro”, – concludono – costituitosi allo scopo di far luce su questo impianto che è sorto quasi all’insaputa dei Cittadini, nel porre la fiducia e offrire la propria collaborazione all’operato della Commissione Straordinaria, intende con tenacia e perseveranza proseguire nella propria attività, perseguire la difesa della salute dei Cittadini, la tutela dell’ambiente e del territorio e la ricerca della legalità e della trasparenza dell’agire amministrativo.