Una folla nutrita ha fatto da ottima cornice al concerto di Eugenio Finardi svoltosi a Settimo Torinese in Piazza della Libertà, organizzato dall’ entourage dalla Suoneria di via Partigiani. Un bel tuffo nella musica anni ’70-’80 di un Finardi improvvisatosi per l’occasione in un vero e proprio show man. Ha sciorinato classici del blues americano o cavalli di battaglia del reggae come “No woman no cry” di Marley, sorprendendo il pubblico che attendeva i suoi grandi classici, puntualmente accennati alla chitarra acustica come “Extraterrestre”, “Non diventare grande mai”, “Diesel” e soprattutto “La radio ha messo le ali”.Finardi ha raccontato al giornalista Ezio Guaitamacchi, che è stato uno sparring partner ideale, le radici della sua musica, l’amore per l’Italia (lui figlio di una grande cantante lirica americana), soffermandosi sui movimenti di controcultura giovanile degli anni ’70, i figli dei fiori, la sinistra e le sue affascinanti problematiche irrisolte, citando le sue amicizie con i grandi musicisti italiani come Lucio Battisti e Fabrizio de Andrè che hanno contribuito a renderlo grande agli inizi della carriera. Personalmente ho apprezzato il personaggi assolutamente privo di capricci e sofismi tanto cari a certe stelle del cantautorato nostrano che ho conosciuto in questi anni e devo ammettere l’emozione e il classico groppo in gola provati quando sono state intonate le note del pezzo “La radio”, un vero e proprio manifesto delle radio libere nate negli anni ’70 e che a tanti presenti hanno ricordato momenti importanti della propria vita.
Bruno Cossano
Lug 14 2012
Finardi, tuffo nella musica anni “70/”80
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