IVREA – Ivrea accoglierà domenica 7 ottobre, in Cattedrale, alle ore 15, il nuovo Vescovo, Monsignor Edoardo Aldo Cerrato. Un momento di festa, fortemente atteso dalla Diocesi, ma anche un momento di preghiera e di ringraziamento. Ad accogliere Monsignor Cerrato, al Tempio dell’Immacolata dei Miracoli (ore 14.30), saranno i giovani del Servizio diocesano di pastorale giovanile e le Aggregazioni Ecclesiali, con la partecipazione del clero e delle religiose. Alle 14.50 il corteo, accompagnato dalla Banda Musicale, raggiungerà Piazza Duomo
dove ad accogliere il Vescovo (ore 15) saranno le Autorità civili.
Farà seguito (ore 15.30) l’entrata in Duomo dove sarà accolto dai Canonici del Capitolo della Cattedrale, la celebrazione della Santa Messa, con la lettura della Lettera Apostolica, il saluto al nuovo Vescovo da parte di Mons. Miglio e l’ “ubbidienza” di una rappresentanza di clero, religiosi e laici. Terminata la S. Messa, in Piazza Castello, è prevista una festa dove Monsignor Cerrato potrà incontrare i fedeli.
In Duomo troveranno posto, oltre al Clero e alle Cantorie: gli invitati di Mons. Edoardo; i Sindaci e le Autorità civili e militari; una rappresentanza delle Religiose; una rappresentanza degli ammalati; una rappresentanza dei ragazzi e dei giovani; una rappresentanza delle Aggregazioni Ecclesiali; una rappresentanza delle Parrocchie (uno ogni 500 abitanti). Nella Chiesa di San Nicola e in piazza Castello sarà possibile per tutti assistere alla cerimonia sui maxischermi, dove sono previsti posti a sedere per tutti.
Parcheggi consigliati: Piazza Freguglia, Piazza del Rondolino e Piazza del Mercato, dove è previsto un servizio navetta per le persone disabili o chi non potrà salire a piedi al Duomo.
Nel numero di giovedì del settimanale diocesano Il Risveglio Popolare, il nuovo Vescovo ha rivolto un saluto ai fedeli:
“Carissimi amici,
questo ulteriore contatto con voi, nell’imminenza del mio ingresso, è espressione del desiderio di incontrarvi, di vedervi non più soltanto “in delegazione” ma nella dimensione di popolo: e pensando a tutti voi come popolo, rinnovo il saluto innanzitutto alle Autorità civili, in primo luogo il sindaco di Ivrea, e a tutti i sindaci dei Comuni del territorio della diocesi. E con i vostri rappresentanti saluto tutti voi, che siete il popolo che li ha eletti, il popolo che, come si legge nella Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli, Barcellona, 27 maggio 1990, è “…ogni collettività umana avente un riferimento comune ad una propria cultura e una propria tradizione storica, sviluppate su un territorio geograficamente determinato”.
Questo popolo che voi siete è anche il popolo di Dio, la Chiesa una, santa cattolica e apostolica impiantata in questa terra fin dal V secolo, quando la diocesi eporediese è stata canonicamente istituita con la presenza di un proprio vescovo: se io sono il 68° di quelli che si possono con sicurezza elencare con riferimenti precisi al loro servizio episcopale, sono lietamente consapevole di succedere a tutti quelli che fin dalle origini vi hanno svolto il ministero apostolico.
Mi sento – e sono – un anello, l’ultimo, di quella catena di Successori degli Apostoli che parte dalle origini del cristianesimo nella nostra terra; catena benedetta che mi collega a sant’Eulogio, il primo vescovo, e a san Varmondo, nella memoria liturgica dei quali significativamente si prega: “O Dio, che hai seminato e fatto crescere il dono della fede nella chiesa eporediese mediante il ministero di Eulogio, Varmondo e di tutti gli altri i santi Pastori, fa’ che i battezzati, uniti in un solo corpo dallo Spirito di Cristo, vivano fedelmente il tuo Vangelo, per testimoniare la speranza e la pienezza della tua carità”. Mancano pochi giorni a quella che canonicamente si chiama la “presa di possesso” della diocesi da parte del vescovo e lo è in realtà, ma lo è pienamente, poiché anche voi – ne sono cosciente – prendete possesso di me, della mia vita, in una comunione che è quella che Gesù descrive quando parla del rapporto tra Lui Pastore e le sue pecore: le conosce una a una ed esse conoscono Lui, le chiama per nome, cammina davanti a loro ed esse lo seguono poiché conoscono la Sua voce, ed offre la vita per le pecore (cfr. Giov. 10, 1-21). In queste ultime settimane la Liturgia delle Ore ci ha proposto il “Discorso sui Pastori” di sant’Agostino. Vi assicuro che, per quanto preso da numerosi impegni – la conclusione del mio mandato di Procuratore generale della Confederazione Oratoriana, il passaggio delle consegne, l’incontro con tante persone e comunità a Roma e altrove – ho cercato di immergermi veramente in questa meditazione, aiutato dal grande vescovo di Ippona, a entrare nella consapevolezza che egli afferma con la tipica potenza di sintesi della lingua latina: “Vobis episcopus, vobiscum christianus”: sono vescovo per voi, ma con voi sono cristiano. Ho pregato per voi, amici, e per me in relazione a voi, sentendo la potenza della preghiera personale di tanti di voi e di quella che la diocesi ha indetto pubblicamente; e vi ringrazio di questo dono che è il più grande che potevate offrirmi.”
† edoardo