STRAMBINO – Sabato 27 ottobre, nella cornice della sala consigliare del Comune, si è svolto il Convegno “Disturbi del comportamento e Disturbi Specifici dell’Apprendimento :aspetti clinici, diagnostici, etici e medico legali.” organizzato dalla Società Medica del Canavese e dall’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare, con il patrocinio del Comune di Strambino, del CISSAC e dell’ASL TO4.
Alla presenza di rappresentanti del mondo della scuola del territorio canavesano, ed in particolare del Direttore dell’Istituto Comprensivo di Strambino, Prof G. Gastaldo, dei suoi collaboratori e del mondo della sanità e del sociale, si sono avvicendati dieci relatori provenienti da tre regioni diverse, Lazio, Emilia Romagna e Piemonte, moderati dall’assessore alla cultura del comune di Strambino, Gisella Revigliono, che ha motivato l’interesse all’argomento da parte dell’amministrazione di cui fa parte, sia per proporre cultura nell’ottica della dialettica intellettualmente onesta, in forte sinergia territoriale, lavorando in rete al servizio dei cittadini, soprattutto quando si parla dei giovani, sulle orme di un progetto iniziato nel 2006 avente per titolo “Genitorialità “, in collaborazione con il CISSAC .
I temi dei relatori sono stati introdotti da un intervento in video conferenza dell’onorevole Antonio Guidi, sottosegretario al Ministero della Salute della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha sottolineato come un approccio senza psicofarmaci nell’infanzia sia buona prassi di civiltà, ben consci di quanto spesso sia più facile ingoiare una pillola che mettersi in discussione e creare delle dinamiche positive,
Occorre quindi porre dei “paletti” per evitare che «si dia un farmaco a tutti». Dobbiamo essere doppiamente responsabili circa l’uso degli psicofarmaci in una società che non ha cultura ed è farmacocentrica. Importante è invece , in questi tipi di disturbi, rafforzare il rapporto scuola-sanità in modo tale che sarà fondamentale riconoscere preventivamente i sintomi per poter intervenire sui fattori “non sanitari” spesso causa del manifestarsi in età scolastica di questi disturbi.
Al termine dei lavori è stata condivisa una metodologia di approccio riassumibile in questa sintesi:
1. Trasformare i bisogni del bambino in malattia è un errore
2. Difendere il diritto all’apprendimento, all’insegna del motto dell’Istituto di Pedagogia Nazionale: “C’è sempre qualcosa che è possibile fare “
3. Garantire il diritto allo studio
4. I disturbi si verificano in soggetti che hanno intelligenza almeno nella norma e capacità di imparare.
5. Il fare per imparare è la condizione principale affinchè si realizzi l’apprendimento nei ragazzi con DSA, in quanto per loro la memorizzazione non è efficace, come può non esserlo l’esecuzione puramente meccanica.
6. Un ambiente consapevole ed inclusivo è una condizione essenziale ad ogni apprendimento e si concretizza sia con una rete di relazioni , sia con l’organizzazione delle attività, degli spazi e dei materiali, per evitare di trasformare in sofferenza il percorso scolastico.
7. Dare fiducia,valorizzare le abilità proprie di ciascuno.
8. Il tragitto verso l’autonomia ,nello svolgimento delle attività scolastiche, deve essere l’obiettivo primario di genitori ed insegnanti.
9. I pilastri che consentono di sostenere emotivamente e praticamente il percorso scolastico sono la consapevolezza e la collaborazione tra famiglia, scuola e comunità, con particolare attenzione al clima che si crea con i compagni di scuola , all’interno della classe cooperativa ed inclusiva.
10. Il convegno è l’inizio di un percorso che si concretizzerà in progetti futuri.
Al termine la Revigliono ha letto un passo del libro scritto nel 2005 dalla Profssa Palmieri “Il coraggio di vincere “: “…Perché vincere è possibile. Certo, è più semplice aspettare che qualcosa accada. Ma aspettare rende tristi e può portare al fallimento. Mentre aspettiamo c’è sempre qualcun altro che sta decidendo ed agendo per noi. Per cambiare, per migliorare, per vincere – qualunque sia la nostra battaglia – è necessario fare, comunicare, chiedere, tentare, mettersi in gioco, decidere, agire e raccogliere, step by step, le nostre piccole vittorie. Perché per vincere ci vuole coraggio. Ed il coraggio è la nostra libertà.”
Nov 02 2012
Vincere i disturbi del comportamento e dell’apprendimento
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