Mercenasco, il paese della cuccagna (Guarda il video)


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MERCENASCO – «Per carità nulla contro la palestra, ma le condizioni erano diverse.» Potrebbe essere riassunta così l’animata discussione organizzata dalla Pro Loco presso i locali del Pluriuso di Mercenasco (o ciò che di quel pluriuso è rimasto), che si è svolta ieri sera alla presenza dei cittadini. Una gimcana tra gli attrezzi sportivi per raggiungere la sala dove di lì a poco le voci si sarebbero alzate. E che gli animi fossero infuocati lo si è visto dal primo intervento, che seppur nulla aveva a che spartire con i punti in discussione, ha per così dire preannunciato che qualche disappunto in città ed oltre le mura di casa, esisteva. A prendere la parola, infatti, un cittadino residente in via Torino a Strambino, infastidito dai continui spari al Tiro a volo. Una domanda semplice quella rivolta agli amministratori del Comune di Mercenasco seduti al “tavolo” dei relatori: «Che orari ci sono, e come vengono applicati? Ho cercato di contattare il Sindaco a cui ho posto la domanda tre settimane fa, ma sembra impossibile parlargli e avere una risposta.» Ed il Sindaco Levrio anche nel mirino del Presidente della Pro Loco Renato Giachino, che da sempre lamenta l’impossibilità di un confronto. «Questa riunione – ha commentato – è nata perché a seguito di una richiesta di incontro in Comune con il primo cittadino, questa ci è stata negata, e non c’è stata risposta neppure entro 60 giorni.» Disattese anche le aspettative di chi avrebbe voluto vederlo in sede di assemblea pubblica, perché lui non c’era. A rappresentarlo i consiglieri Giono e Marchiaro, per così dire gettati nella fossa dei leoni. «Mi spiace che il Sindaco non ci sia – ha sottolineato l’ex Senatore Matteja – Questo incontro è sede di chiarimenti, ma se lui non è qui, forse è perché potrebbe mancargli il coraggio di affrontare la platea.»
La gestione del Salone Pluriuso Gianni Peretto ad aprire le danze ed una convenzione a firma del Presidente dell’Associazione sportiva “Ginnastica Adventure” Giuseppe Schellino, non rispettata, secondo cui la Pro Loco, aveva proposto l’uso dello stesso Salone il sabato e la domenica per chi ne avesse fatto richiesta pagando le spese vive (per l’eventuale organizzazione di feste, cresime, battesimi e quant’altro) e l’uso gratuito alle associazioni del paese per permettere loro di svolgere le proprie manifestazioni. Convenzione che a detta del Comune non è mai stata firmata. Ma per Giachino la questione è diversa: «Accordi non solo disattesi, ma anzi, la palestra ha invaso tutte le strutture!»
E c’è un profondo rammarico nel veder andare in fumo quella che era la volontà di Gianni Peretto, a cui è intitolata la struttura, e dei suoi famigliari: la creazione di un centro di aggregazione per le associazioni e l’intera comunità. «La storia del Pluriuso inizia con la donazione del terreno su cui oggi sorge l’opera, il 2 novembre ’94, a destinazione dei mercenaschesi; avrebbe dovuto essere  gestito dalla Pro Loco e dalle Associazioni del paese e, in mancanza di queste (ma non è il caso di Mercenasco), dal Comune stesso. «Qui secondo me  c’è un primo abuso»   ha commentato Matteja. Da qui le voci si sono alzate, le difficoltà a prendere la parola si sono fatte evidenti, per una discussione che stava per perdere il controllo. Ed anche il riferimento alle prossime elezioni amministrative da parte degli attuali amministratori comunali non è mancato: «Le elezioni sono alle porte – hanno più volte detto Giono e Marchiaro – Vi state solo facendo campagna elettorale.»
Di fatto, l’appalto vinto dall’Associazione Ginnastica Adventure, così come evidenziato, prevede un investimento sulla struttura da parte della stessa di 250mila euro per la realizzazione di diversi lavori tra cui un magazzino, la sopraelevazione e la realizzazione di pareti mobili. L’Associazione, che ha in carico da tre anni il Salone, al momento però non ha ancora eseguito le opere e su questo punto si registra un balletto di responsabilità con lo stesso Comune. Il timore della Pro Loco è che con questi presupposti i lavori non verranno mai realizzati, la convenzione mai rispettata, ed il pluriuso mai a disposizione della comunità. E poi c’è la questione dei costi, perché se è vero che l’Associazione sportiva paga luce, acqua, gas, è altrettanto vero che l’iso dei locali non rappresenta una fonte di guadagno per il Comune che la ospita. Secondo Giachino infatti se il Comune avesse voluto tutelare i propri interessi (sulla struttura costata 650mila euro grava infatti un pesante mutuo) non avrebbe dovuto dare il pluriuso a titolo gratuito. La logica sarebbe stata quella di far pagare un affitto che avrebbe portato risorse in più nelle tasche dell’ente pubblico specie in un periodo di crisi come quello che il territorio sta attraversando. «Dareste mai una vostra abitazione ad una persona che non paga l’affitto ma soltanto le spese vive?» ha domandato Giachino. Insomma nulla di nuovo per un argomento archiviato senza dare risposte concrete. Riferimenti non sono mancati anche alla palestra piccola in centro paese, impegnata anch’essa gratuitamente, e non più utilizzabile; al palo della Vodafone, posizionato in un angolo del campo sportivo, del quale  è stata criticata non solo la localizzazione ma anche gli introiti (3500 euro l’anno) nettamente inferiori a quelli di comuni vicini, nelle cui casse entrano cifre decisamente superiori; per non parlare dell’Imu, imposta tra le più alte del Canavese. «L’Imu sulla seconda casa – ha sottolineato Giono – è la più alta del Canavese, ma la nostra scelta è stata quella, anziché penalizzare l’aliquota sulla prima casa, di alzare quella sulla seconda, piuttosto che tagliare i servizi come i trasporti, l’asilo, etc.» Inevitabile la risposta: «Ma che servizi offrite alla popolazione?» Va da sè che questa critica include quanto detto precedentemente a proposito della èalestra da parte del Comune e dello stesso Schellino: «La palestra è un servizio per la Comunità.» Nella realtà dei fatti, la palestra è un servizio privato che il cittadino, se vuole usufruirne, paga, il cui ricavato resta all’Associazione che lo gestisce, senza che il Comune abbia alcun un vantaggio economico. Già in passato Giachino a tale riguardo aveva sottolineato: «Mercenasco è il paese della cuccagna dove tutto viene concesso gratis.» Ma non solo, perché secondo il Presidente della Pro Loco oggi Mercenasco «è come Portofino», la città del Canavese con l’Imu più alta. «La possiamo abbassare – ha concluso – solamente se il Comune incassa, certamente non se si regalano i beni.»”
Karen Orfanelli

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