Campanile di Bollengo: restauri ultimati

BOLLENGO – Sono stati ultimati i lavori di restauro del Campanile. La copertura presentava da qualche anno una vistosa apertura, dalla quale l’acqua penetrava copiosa intaccando la stabilità della muratura e l’impalcato portante delle campane. Il basso fabbricato adiacente presentava evidenti segni di decadenza, mentre sulle facciate erano chiari i segni di degrado di parti dell’intonaco e della tinteggiatura.
Ora è tornato come nuovo: tinta brillante, comandi delle campane, che hanno fatto risentire il loro suono, rimessi a nuovo dalla ditta Trebino di Uscio (Ge).
Diretti dall’arch Alessandro Gastaldo Brac, i lavori sono stati eseguiti dalla ditta Bono di Colleretto Giacosa.
«Siamo intervenuti tempestivamente – dichiara il Sindaco Luigi Ricca – prima che il passare del tempo intaccasse ancor di più la struttura, compromettendone anche la stabilità, e si è attuato un intervento di manutenzione straordinaria, che abbellisce non solo il campanile ma anche il valore collettivo del luogo a beneficio della collettività. I lavori hanno portato al rifacimento della copertura, degli intonaci e della tinteggiatura, del tetto e alla manutenzione straordinaria del basso fabbricato a lato del campanile. Il tutto concordato con la Soprintendenza, che ha curato in particolare la tipologia di intervento sulle facciate.»
Alcune notizie sul campanile.
La costruzione del Campanile, anzi ricostruzione, da parte del Comune rissale al 1814. Ricostruito perché era rovinato per vetustà quello originario eretto a metà seicento (i lavori di scavo delle fondamenta iniziarono nel settembre 1663).
Le campane, allora due, furono anch’esse fatte rifondere dal Comune ed  installate nel 1815.
Attualmente le campane sono tre, e sono state automatizzate alla fine degli anni ’70 dalla nota ditta Trebino di Uscio (Ge).
Sulla campana maggiore una scritta: Pace e Concordia squilli il bronzo, da antico nuovamente rifuso. La popolazione di Bollengo 1948.
Eretto nelle vicinanze della chiesa parrocchiale sul Monte, restò a svettare solitario quando la chiesa scomparve, sostituita dalla attuale parrocchiale al centro del Paese.
Le carte ci dicono che Costantino Nigra, proprietario del Castello di Bollengo, non ne tollerasse il suono e chiese al comune di poterlo abbattere per erigerlo, a sue spese, più a valle, arrivando alla stessa altezza, ma il Comune rifiutò.

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