“A settembre il Presidente Cirio è venuto all’ospedale di Cuorgnè promettendo una soluzione rapida per la riapertura del Pronto soccorso. Bene. Oggi il PS è ancora chiuso e noi siamo qui per ricordare a Cirio e a Icardi che i canavesani attendono soluzioni e non annunci da chi li governa. Ai cittadini di Cuorgnè e delle valli non servono passerelle e foto ricordo davanti all’ingresso del Ps”: così hanno dichiarato il consigliere regionale Alberto Avetta, la parlamentare Francesca Bonomo e la Segretaria del Circolo Pd Simona Appino, in occasione del presidio organizzato dal Partito Democratico, a cui hanno partecipato anche amministratori locali e rappresentanti sindacali.
“La Giunta regionale ci sta abituando alle passerelle – afferma l’On. Francesca Bonomo – Sugli autobus elettrici, sulla gigafactory, sul nuovo ospedale di Ivrea e del Canavese. Ma su tutto non sono stati fatti evidenti passi in avanti. Ora non vorremmo che anche sui fondi del PNRR si facessero passerelle. Ci sono circa 90 case della comunità da mettere in pista e 27 ospedali di comunità da avviare, se il Piemonte non si fa trovare pronto, perderemo una grande occasione di rinnovamento della nostra sanità”.
“Del PNRR non se ne parla in Consiglio regionale e anche i sindaci, che hanno piena titolarità, attendono di essere coinvolti direttamente – aggiunge il Consigliere Alberto Avetta – Il tutto viene trattato come un mero adempimento burocratico, e non come una grande occasione di rilancio della sanità. La programmazione in ambito socio-sanitario la Regione la deve fare coinvolgendo gli enti locali e gli attori sociali. La Giunta Cirio, invece, è andata avanti a slogan e riforme spezzatino, inventandosi l’Asl Zero, senza mettere mani al nuovo piano socio-sanitario e senza mettere in campo un percorso di rilevazione dei bisogni socio-sanitari. Serve un confronto serio con i territori. Il Consiglio regionale aperto potrebbe rivelarsi uno strumento utile”.
“Sappiamo perfettamente che la situazione nei Pronto soccorso è difficile e che non si trova personale – conclude la Segretaria Simona Appino – ma non si può pensare che sia il Direttore generale a dover trovare una soluzione alla carenza degli organici, spetta alla Regione Piemonte fare qualche assunzione in più, laddove si verificano criticità come quelle di Cuorgnè.”