CUORGNÈ – Il 15 febbraio prossimo si concluderà il ciclo di conferenze legate alla mostra “Carlo Alberto Archeologo in Sardegna” che il Museo Archeologico del Canavese propone al grande pubblico. Accanto a Gabriella Pantò, con Raimondo Zucca ideatrice della mostra, interverranno Daniela Biancolini e Franco Gualano.
L’appuntamento dal titolo “Storie di corte dal palazzo del potere sabaudo” è alle ore 21 di venerdì 15 febbraio presso la Chiesa della Trinità.
Per la prima volta dopo oltre un secolo verranno presentati al pubblico i reperti che il re romantico e sfortunato in parte scoprì personalmente e in parte acquisì per la sua collezione personale. Si tratta di un’importantissima serie di reperti che ben documentano sia l’archeologia della Sardegna, sia quella mediterranea.
Tra di essi, vi è uno dei migliori scudi di oplita in bronzo e numerosi altri reperti quali navicelle lucerna e vasi, che occupano un posto importante nella storia dell’Archeologia. La loro importanza storico-archeologica non è intaccata dalla collezione di idoli in bronzo contraffatti che negli anni Quaranta dell’Ottocento pure confluirono nella collezione personale del sovrano.
Quella che si annuncia per il 15 febbraio prossimo è un’opportunità per il grande pubblico di conoscere un capitolo di storia patria ben poco noto poiché offuscato dalle drammatiche vicende risorgimentali che il sovrano sabaudo visse a partire dalla fallita rivoluzione del 1821 quando poco più che ventenne ricoprì il delicato ruolo di reggente, fino alla drammatica giornata di Novara il 23 marzo 1849, quando dovette abdicare e partire nottetempo per l’esilio, dopo essersi spogliato di tutti i titoli regali, mantenendo unicamente quello di conte di Barge.
Feb 07 2019
Carlo Alberto Archeologo in Sardegna, una conferenza il 15 febbraio
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