A Cuorgnè reperti archeologici a tema erotico

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CUORGNÈ – Presentata nel 2011 al Museo di Antichità di Torino, in occasione della festa di San Valentino, la mostra “I Modi dell’Eros: reperti archeologici a tema erotico”, che ebbe un enorme successo con oltre duemila visitatori in soli due giorni e per questo riproposta con altrettanto successo nelle Giornate del Patrimonio, è approdata a Cuorgnè, presso il Museo Archeologico del Canavese. All’inaugurazione di venerdì 22 settembre erano presenti, accanto a Marco Cima, direttore del Museo Archeologico del Canavese, e al Sindaco di Cuorgnè Beppe Pezzetto, Egle Micheletto, Soprintendente per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo di Antichità Egizie, la Direttrice del Museo di Antichità di Torino Gabriella Pantò e il Capitano dei Carabinieri e Comandante del Nucleo Tutela dei Beni Culturali Guido Barbieri.
L’esposizione, si presenta al pubblico con un piccolo nucleo di materiali a tema erotico, conservati nei depositi del Museo, in genere non esposti, questo perché, come sottolineato da Egle Micheletto, «si prestano a letture diverse. In realtà si tratta di un tema interessante se affrontato nelle sue diverse sfaccettature. Questo è stato capito dai visitatori che ne hanno dettato il successo. Da qui la decisione di trasferirla sul territorio.»
Due le sezioni, e un ringraziamento è andato al Nucleo Tutela dei Beni Culturali, in quanto lo spunto della mostra torinese nacque proprio dal ritrovamento di un oggetto dalla tematica molto forte che pur dimostrandosi un prodotto moderno, non un reperto originale, ha dato il via all’iniziativa. Addentrandosi nella mostra, sarà possibile osservare reperti indicativi dei vari aspetti della “sessualità” antica, da quello culturale a quello magico e funerario, dalla passione d’amore al piacere di coppia, il tutto racchiuso in un catalogo ricco e denso di contenuti, dove gli oggetti sono spiegati uno per uno.
«La prima sezione – ha commentato Gabriella Pantò – è aperta al pubblico generico; in essa viene narrato l’amore sentimentale, in età greca e romana: dal preludio al matrimonio a tutto quello che era la componente affettiva e amorosa. Un pannello illustra come in antichità venissero realizzate pozioni magiche per attrarre l’amore di chi non lo corrispondeva; una serie di oggetti a tema erotico sottolineano come in età romana e greca, questi assumessero un significato diverso rispetto a quello che oggi gli viene attribuito. Gli stessi amuleti fallici avevano un valore di protezione, e per questo venivano appesi al collo dei bambini ma anche degli adulti.» Tra gli altri, anche un corredo funerario composito del I secolo d.c., mette in mostra una straordinaria collana composta da diciassette pendenti fra cui due piccoli falli in materiale prezioso. Ad affiancare i reperti di collezione la decisione di affiancare una Kylix con scene a carattere erotico, parte di un sequestro di materiali archeologici effettuato dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio culturale di Torino (CPT), avvenuto a poche settimane dall’apertura della mostra e affidata in custodia giudiziale al Museo di Antichità.
Ed è un filmato a raccontare l’opera svolta dal CPT ed i continui monitoraggi che effettua Pratica di mare giorno di ordinaria attività con un elicottero che effettua a salvaguardia delle aree archeologiche. Dapprima  alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione, poi nel 1975 a quella del Ministero dei Beni Culturali appena istituitosi il comando ha fatto della presenza capillare sul territorio il suo punto di forza. Sono 12 i Nuclei presenti sul territorio Nazionale, a cui si è aggiunta una sezione per la Sicilia Orientale. Questi lavorano sotto il coordinamento della sede di Roma, e il reparto operativo è articolato in tre sezioni: archeologia, antiquariato, arte contemporanea e falsificazione. Nella capitale si trova inoltre anche il reparto operativo che si occupa di indagini di ampio respiro a livello Nazionale ed Internazionale. In 40 anni oltre 800 mila i reperti recuperati, e anche davanti alla contraffazione di opere d’arte sono state registrate cifre incredibili con il sequestro in questi anni di oltre 250 mila falsi. «Questa mostra – ha sottolineato il Sindaco Beppe Pezzetto – è la dimostrazione che questo territorio grazie a persone illuminate può riscoprire la cultura.» E un grazie è andato a chi ha contribuito alla realizzazione della rassegna, resa possibile grazie al contributo della Fondazione Crt ed al sostegno del Lions Club Rivarolo Canavese Occidentale.
La mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio, presso il Museo Archeologico del Canavese – via Ivrea 100, con orario: da lunedì a venerdì: 9-17; sabato 14-18. (per info: 0124-651799 oppure www.cesmaonline.org oppure info@cesmainline.org).

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