Tutte le Regioni avevano chiesto al ministero di fare una gara nazionale per l’acquisizione, in modo da evitare di metterle in concorrenza, vista la scarsità che si sarebbe determinata. Ciò non è stato possibile ed ogni Regione ha fatto singole gare sulla base di una proiezione della necessità, superiore a quella dell’anno precedente.
Così l’assessore alla Sanità, intervenuto su richiesta del gruppo Monviso, per un’informativa riguardo la campagna vaccinale antinfluenzale, alla luce della notizia che la Conferenza Stato Regioni ha deciso di destinare 250 mila dosi di vaccino antinfluenzale alle farmacie a fronte delle 800 mila dello scorso anno.
Le Regioni, ha specificato l’assessore, distribuiscono il vaccino alle categorie a rischio, soggetti con patologie, immunodepressi, e over 65, che hanno la precedenza su chi va in farmacia ad acquistare il vaccino.
Il diritto di prelazione del settore pubblico nell’acquisto fa sì che, in un anno segnato da un aumento esponenziale della richiesta, manchino le dosi da distribuire alle farmacie, con il rischio di generare un problema sociale.
Il Piemonte, che lo scorso anno aveva acquistato e consumato 720 mila dosi, ha fatto la gara ad aprile e ne sono state acquistate 1,1 milione, con un incremento superiore al 30 per cento.
L’assessore ha precisato che il ministro della Salute ha quindi chiesto alla conferenza delle Regioni la cessione di una quota di vaccini acquistata dalle Regioni stesse e si è arrivati all’intesa siglata ieri di destinare alle farmacie una quota minima dell’1,5 per cento, che corrisponde a 250mila dosi. Una quota insufficiente, visto che lo scorso anno le farmacie hanno venduto 800mila dosi a livello nazionale, circa 50mila in Piemonte, ma che può essere implementata in base alla disponibilità di ciascuna regione.
Set 16 2020
Vaccino antiinfluenzale, le Regioni volevano una gara centralizzata
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