Tre arresti per terrorismo internazionale

operazione talibanTORINO – Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri del R.O.S. hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Torino nei confronti dei cittadini tunisini Afli Nafaa (27 anni), Mejri Bilel (26 anni) e Ben Saad Marwen (31 anni), ritenuti gravemente indiziati del reato di associazione finalizzata al terrorismo internazionale.
Il provvedimento restrittivo scaturisce dagli elementi raccolti nell’ambito delle attività condotte nell’ambito di una indagine convenzionalmente denominata Taliban e coordinata dalla Procura della Repubblica torinese.
Nell’autunno del 2015 era stato individuato un gruppo di cittadini tunisini giunti a Torino richiedendo un permesso di soggiorno per motivi di studio, iscrivendosi all’Università. Gli stessi erano dotati di profili Facebook i cui contenuti ne avevano fatto sospettare sin dall’inizio la vicinanza ad ambienti caratterizzati da ideologia dei gruppi terroristici di matrice islamista.
Dopo l’iscrizione presso l’ateneo piemontese, gli indagati avevano iniziato a spostarsi tra Torino e Pisa, insediandosi definitivamente in quest’ultima città per gestire un’intensa attività criminale di traffico di sostanze stupefacenti.
Nel corso della complessa ed articolata indagine, sviluppata anche grazie alle intercettazioni telefoniche e telematiche, oltre che con servizi mirati di osservazione e pedinamento, è emersa l’esistenza di un gruppo criminale, composto dai tunisini indagati, che era riuscito ad inserirsi nel tessuto sociale, specie tra le fasce dei più giovani, dedicandosi a svariate attività delittuose, specialmente al traffico di sostanze stupefacenti. Il gruppo aveva parallelamente aderito allo IS (Islamic State), con particolare riferimento alla fazione di Ansar al-Sharia in Tunisia, manifestando un sentimento anti occidentale e la condivisione dei più violenti propositi dell’Islam radicale, nonché condividendo su internet materiale di propaganda jihadista.
Inoltre, la pericolosità sociale degli indagati è emersa sia dalle loro frequentazioni, sia dalla partecipazione ad un comizio di Ansar Al-Shari’a (organizzazione terroristica di origine egiziana, aderente allo IS e presente nell’area del Sinai) a Tunisi.
Nel maggio 2017 la Procura della Repubblica di Torino aveva richiesto al Gip l’emissione di un provvedimento cautelare nei confronti dei tre per il reato di associazione finalizzata al terrorismo internazionale.
Nel successivo mese di giugno, il Gip di Torino aveva però rigettato tale richiesta di applicazione di misura cautelare. In particolare, dopo aver esaminato gli elementi raccolti a carico di ciascun indagato, come sintetizzato dall’estensore dell’Ordinanza del Tribunale del Riesame eseguita nella giornata odierna, «il Gip concludeva, infine, per la sussistenza di condotte che, ‘per quanto espressive di una forte pericolosità sociale di tutti gli indagati, rimangono nell’ambito di una nebulosa e non inequivoca fase di possibile progressiva radicalizzazione ed estremizzazione e non varcano (allo stato) la soglia del penalmente rilevante’, pur dovendosi mantenere ‘massimi controlli di pubblica sicurezza nei loro confronti».

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