Tv al plasma, scarpe, abbigliamento e cellulari per una dose. I giardini Parri “restituiti” ai cittadini
TORINO – L’obiettivo dell’indagine era restituire un’area pubblica della città ai residenti perché da troppo tempo nelle mani di bande di spacciatori.
I carabinieri della Compagnia di Torino San Carlo hanno sgominato un gruppo di pusher africani che occupava stabilmente l’area dei Giardini Parri del quartiere San Salvario, area pubblica compresa tra via Ormea, via Petitti e via Pietro Giuria.
Il gruppo di indagati spacciava cocaina e crack in un giardino pubblico e accanto a una scuola secondaria superiore. Il gruppo era riuscito a conquistarsi il monopolio dello spaccio della zona e aveva istituito il suo quartier generale nei giardinetti, di fatto cacciando tutti i cittadini.
Tredici soggetti sono stati identificati e monitorati per settimane al fine di ricostruire la loro condotta illecita.
I clienti pagavano le dosi con tv al plasma, abbigliamento e scarpe. Sequestrate centinaia di dosi. L’area era sistematicamente occupata dai pusher, ma con il fermo degli indagati, i giardini sono stati finalmente liberati dagli spacciatori e restituiti ai bambini e alle famiglie del quartiere.
AGGIORNAMENTO – Il gruppo di indagati spacciava cocaina e crack. I soggetti, con precedenti di polizia specifici e condanne penali, sono stati identificati e monitorati per settimane al fine di ricostruire la loro condotta illecita. I pusher si erano professionalmente organizzati al fine di eludere i controlli ed evitare gli arresti. Sono state monitorate condotte di spaccio giornaliere svolte in maniera capillare e organizzata: vi era chi si occupava di agganciare il cliente, chi di recuperare la sostanza, chi di controllare non arrivassero forze dell’ordine, chi di cedere la dose. Nulla era lasciato al caso: i pusher evitavano di tenere la cocaina addosso, prediligendo come luogo di conservazione la vicina area dell’ex Asilo D’Azeglio, oggi in disuso. Sistematicamente poi gli stessi spacciatori scavalcavano facilmente la recinzione, per il tempo necessario a recuperare la droga, prima nascosta, e portarla all’acquirente di turno.
I consumatori poi potevano pagare in contanti, o attraverso altre forme, offrendo vestiti, oggetti, cellulari, tablet e persino apparecchi elettronici più vistosi (è stato portato da un acquirente anche un televisore).
Attraverso l’ausilio di telecamere – che hanno affiancato i quotidiani servizi di osservazione e pedinamento svolti dai militari – per diverse settimane sono stati monitorati una moltitudine di cessione dei pusher agli acquirenti (oltre 155 quelle descritte) e ricostruite le loro condotte e i loro rapporti.
Gli spacciatori agivano in gruppo, suddividendosi la giornata anche in fasce orarie, arrivando nel giardino fin dal primissimo mattino, dalle 5.30/6.00, per occupare l’area pubblica fino alla sera 20.00/21.00.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, dott. Andrea Padalino, ha permesso, oltre all’emissione dei decreti di fermo, anche di arrestare in flagranza per spaccio uno dei destinatari dei provvedimenti cautelari, di recuperare centinaia di dosi di cocaina e crack. Sono stati identificati 43 clienti abituali. Alcuni provvedimenti cautelari sono ancora in corso di esecuzione perché alcuni stranieri, tutti senza fissa dimora, sono ad oggi non presenti in Torino e le ricerche si sono estese a tutto il territorio nazionale e all’estero