“Bisogna fare tutto il possibile per tenere il virus fuori dagli ospedali dedicati alle terapie mediche e chirurgiche di alta complessità. I Dea di II livello devono essere zone santuario, perché medicina d’urgenza e cardiovascolare, oncologie ed ematologie, cardiochirurgie e unità coronariche, neurochirurgie, trapianti, ecc. non possono sospendere né rallentare l’attività. Il Covid19 non ha eliminato ictus e tumori, e non possiamo tornare come nel lockdown quando c’erano pazienti che non si recavano a visite e controlli per paura di contagiarsi. La sospensione delle visite specialistiche e degli esami diagnostici non urgenti nonché di tutti gli interventi chirurgici differibili è un segnale molto preoccupante. Come è preoccupante vedere le sale operatorie trasformate in reparti Covid. Se andiamo avanti così, saremo a costretti a rinviare anche gli interventi chirurgici più importanti, e sarà sempre più difficile gestire le emergenze. C’è il tema della carenza di personale ma vedo anche un tema organizzativo: bisogna salvaguardare gli ospedali dove si affrontano le alte complessità, quindi individuare a Torino o nella cintura due o più ospedali, Dea di I livello o presidio di territorio, dedicati alle medie e basse gravità da Covid19. Teniamo presente che oggi fortunatamente registriamo una minore mortalità tra i pazienti Covid, quindi servono più posti letto”: lo afferma il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni.
Ott 23 2020
Salizzoni: “Tenere il virus fuori dai Dea di II livello”
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