Sulla dichiarazione postata sulla sua pagina Faceboo da Giorgia Povolo, ora Assessore del Comune di Ivrea, i Consiglieri comunali del PD ad Ivrea, Perinetti, Colosso, Dulla e Salizzoni, hanno presentato una interrogazione.
“Si tratta di frasi raccapriccianti e di inaudita violenza – scrivono i Consiglieri comunali – Un linguaggio che mai è stato usato da alcun rappresentante dell’istituzione comunale eporediese, almeno dal dopo guerra ad oggi. Ancor più grave che ad averle concepite sia l’Assessore con le deleghe ai sistemi educativi e diritto allo studio, alle politiche giovanili, pari opportunità e politiche sociali del Comune di Ivrea. Riteniamo – concludono – che questo linguaggio sia assolutamente incompatibile con qualunque carica istituzionale, compresa quella di assessore del comune, che deve invece rappresentare anche un riferimento morale e civile per i cittadini tutti.”
Al termine dell’interrogazione i Consiglieri chiedono al Sindaco se condivide quelle parole e quali provvedimenti intende adottare al fine di tutelare l’immagine e l’autorevolezza dell’istituzione comunale.
“Si tratta di parole scritte in un momento di grande rabbia e panico, a seguito di un brutto furto, il primo che io abbia subito”, ha dichiarato Giorgia Povolo. “Veder violato uno spazio per me considerato privato e intimo, avere la consapevolezza che con quella valigetta rubata non erano andati persi solamente degli oggetti simbolici ma anche dei ricordi di valore personale, ad inizio di quest’anno ha suscitato in me una grande angoscia. Angoscia che mi ha portato a catapultarmi a casa con il terrore che i 70 km di distanza potessero diventare un buon vantaggio per i malintenzionati che erano in possesso di chiavi e documenti vari, dove veniva anche riportato l’indirizzo della mia abitazione. Ovviamente questo momento anticipava solamente l’arrivo di una lunga notte passata con gli occhi sgranati ad ascoltare ogni piccolo rumore, ma soprattutto una notte vissuta con il terrore che potesse seguire una visita indesiderata. Ritengo quindi palese che queste frasi siano state scritte in un momento di rabbia che necessitava di uno sfogo da “bar”. In un momento di lucidità nessuno avrebbe infatti mai pensato di scrivere determinati stati, che come tali dovrebbero venir considerati semplicemente perchè nessuno avrebbe mai il coraggio di praticare simili atti, me compresa. Proprio a tal proposito, avendo detto parole in un momento particolarmente triste, mi sento di ricordare a coloro che stanno tentando di muovere le acque, la frase detta del celebre drammaturgo Pietro Metastasio, “ognun dal proprio cor l’altrui misura” ovvero che l’essere umano è portato ad attribuire agli altri sentimenti e motivazioni commisurate al proprio livello.