TORINO – Don Aldo Rabino, dal ’71 padre spirituale del Torino calcio, è morto, colpito da un infarto, in Valle d’Aosta. Si trovava a Maen di Valtournenche, all’Oasi, la struttura per vacanze, ritiri e camp sportivi e campi di lavoro di cui lo stesso Rabino è stato fondatore alla fine del 1969.
Don Aldo Rabino aveva 76 anni e ogni anno, tra i tanti impegni a fianco dei granata, celebrava la messa di suffragio per le vittime della tragedia di Superga.
Don Aldo Rabino era nato a Torino nel 1939 ed era diventato sacerdote salesiano nel 1968. Dal 1969 si era dedicato interamente ai giovani di Torino e ai poveri dell’America Latina attraverso l’Associazione OASI (Ora Amici Sempre Insieme) da lui fondata e che conta oggi circa 500 volontari. Nel 1971 don Francesco Ferraudo gli lasciò l’incarico di padre spirituale del Torino e quindi da oltre quarant’anni seguiva le gesta della squadra e dei suoi ragazzi.
Il Rosario si terrà questa sera, mercoledì 19 agosto, alle ore 19, nella Collegiata (bassa) di Santa Maria della Stella in Rivoli. I funerale giovedì 20 agosto, alle ore 10.30, nella Basilica di Maria Ausiliatrice – Valdocco. La sepoltura sarà presieduta dall’ Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia.
La sua salma sarà tumulata nella Tomba dei Salesiani a Rivoli.
Il ricordo di Mons. Nosiglia, Arcivescovo di Torino
«La scomparsa di don Aldo Rabino è un grave lutto che colpisce non solo i suoi confratelli salesiani ma anche i tantissimi giovani e le persone che egli ha coinvolto nelle sue numerose attività.
Ciascuno porta nel cuore il ricordo del suo generoso servizio e dell’entusiasmo che sapeva infondere in chi lo avvicinava, sia nei campi di calcio come nell’impegno per l’Operazione Mato Grosso per cui ha speso la sua vita.
È un lutto che tocca tutta la città e la nostra Chiesa di Torino, che perdono una personalità alta di riferimento morale e civico di grande valore.
Figure come la sua, quando vengono meno, lasciano un profondo vuoto che può esser colmato dal “testamento” che è l’esempio che ci lasciano, e da cui possiamo trarre motivi di fede nel Signore e di speranza di vita e di amore verso i più poveri del mondo.
Lo ricordiamo, poi, con particolare tenerezza durante la recente ostensione della Sindone: diverse volte, nella primavera scorsa, ha voluto accompagnare gruppi di giocatori e dirigenti del Torino Calcio a pregare davanti al Telo.
Lo accompagneremo nella sua ultima corsa verso l’abbraccio del Signore e di Maria Ausiliatrice di cui era tanto devoto nella Messa di sepoltura che presiederò dopodomani alle 10.30 nella Basilica di Valdocco.»