TORINO – Si è dimesso l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Piemonte Massimo Giordano, dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza nella sua casa e nei suoi uffici a Novara e a Torino. Giordano è indagato per corruzione e concussione.
«Io sono assolutamente sereno, non ho nulla da nascondere nè da temere – ha dichiarato a fine mattina Giordano – Ho sempre interpretato la carriera politica come un impegno in favore della mia gente e del nostro territorio e proprio per questo non ho alcun motivo di preoccupazione. Con la stessa serenità prendo atto che non sussistono più le condizioni per proseguire con la mia attività amministrativa. Per queste ragioni già questa mattina ho consegnato le mie deleghe nelle mani del Governatore, Roberto Cota, nella convinzione che questo gesto sia utile a fare chiarezza. Il mio impegno politico – conclude l’ex Asasessore – ha radici lontane nel tempo. Sin dalla giovane età ho fatto l’amministratore pubblico, poi il sindaco, quindi l’Assessore regionale. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, la mia storia parla per me e ognuno potrà darsi le sue risposte. Affronto dunque questo momento in assoluta serenità.»
«Ho sentito l’assessore Giordano, che e’ scosso per quanto accaduto. Mi ha confermato la sua estraneità ai fatti. Confermo la fiducia in lui e respingo le dimissioni.» Lo ha affermato il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota.
Le reazioni
La vicenda Giordano, con tutte e necessarie cautele, è l’ultimo capitolo di una maggioranza nata sulla truffa delle firme. Se domenica perde, Cota non aspetti il TAR, si dimetta e lasci andare i piemontesi al voto.
Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino
Siamo imbarazzati dalla decisione assunta da Cota perché rappresenta un ulteriore sbeffeggio alle istituzioni. L’intero consiglio regionale deve rivendicare il valore della legalità. Giordano in questo momento è un assessore delegittimato, oltre che dall’incapacità di gestire la cosa pubblica, anche da una macchia che speriamo presto si possa ripulire. Cota deve prendere atto della situazione e provvedere ad allontanare chi è toccato da vicende giudiziarie rilevanti e poi dimettersi per dare possibilità ai piemontesi di scegliere democraticamente i propri rappresentanti.
Monica Cerutti, Sinistra Ecologia Libertà
Il nostro giudizio politico sulla inadeguatezza, irresponsabilità e strumentalità di Cota e della sua Giunta è noto, come la richiesta di dimissioni più volte avanzate negli ultimi mesi.
La vicenda che coinvolge l’assessore Giordano, con le sue dimissioni, getta ulteriori ombre e conferma che la Giunta Cota è arrivata al capolinea. Siamo rispettosi del lavoro della magistratura e delle persone, ma i fatti che hanno portato alle sue dimissioni, seppur respinte, coinvolgono il numero due della Lega nord in Piemonte, l’uomo forte della Giunta regionale, titolare di deleghe strategiche. Segno che l’esperienza di Cota e del centrodestra piemontese è davvero terminata.
Cota è ormai avviato sulla strada di Formigoni, costretto a dimettersi in una Regione decimata dalla crisi politica e giudiziaria: eviti al Piemonte la stessa agonia. Prima Cota lascia, prima i piemontesi potranno riappropriarsi del proprio futuro, scegliendo un governo autorevole.
In meno di tre anni abbiamo assistito a un susseguirsi di scandali: in sanità, con l’inchiesta giudiziaria e le conseguenti dimissioni dell’assessore Ferrero; le firme false, con la condanna di Michele Giovine; la vicenda della GEC, che vede coinvolto anche l’assessore Casoni, e ora Giordano. Scandali che nella scorsa legislatura non erano mai entrati in Regione.
Dalla prossima settimana riprenderemo la nostra azione con tutti i mezzi, dentro e fuori il Consiglio regionale, perché Cota si dimetta e si torni al più presto al voto in Piemonte.
Gianfranco Morgando e Aldo Reschigna – PD
Fermo restando che noi siamo per la trasparenza e il buon governo, ribadiamo la fiducia nell’operato della magistratura e attendiamo fiduciosi l’esito dell’inchiesta.
Luca Pedrale Presidente del Gruppo consiliare regionale Pdl