TORINO – In Piemonte dall’inizio di giugno, come ogni anno, sono state intensificate le misure previste dal Piano regionale di sorveglianza e controllo dei casi umani di arbovirosi per contrastare la diffusione delle malattie trasmesse da zanzare.
Da sabato 11 agosto queste misure (in particolare il test di biologia molecolare WNV-NAT su tutti i donatori al momento della donazione) sono estese in via precauzionale a tutte le province del Piemonte. Nell’ambito delle procedure di qualificazione biologica di tutte le donazioni effettuate sono stati identificati 5 donatori positivi (perciò sospesi dalle donazioni).
A oggi i dati rilevati dal SeREMI, il Servizio di Epidemiologia delle malattie infettive, riportano 5 casi di forme neuroinvasive e 2 febbri da WNV di cui 1 contratta fuori regione.
La situazione attuale non desta allarme: per la sorveglianza dei casi, la sicurezza trasfusionale e la lotta al vettore si stanno attuando scrupolosamente le misure indicate dai protocolli nazionali ed europei.
Le attività di controllo programmate includono la diagnosi e la segnalazione tempestive dei casi di malattia; la valutazione del rischio per ogni episodio segnalato, il monitoraggio entomologico nelle aree dove ha soggiornato il malato, l’eventuale trattamento di disinfestazione oltre che l’informazione agli abitanti sulle misure da adottare per limitare le punture e la diffusione delle zanzare.
Tra le malattie trasmesse dalle zanzare diffuse da molti anni anche in Europa e in Italia rientra l’infezione da West Nile Virus (WNV). I serbatoi di WNV sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Chi è infettato nella maggior parte dei casi non mostra alcun sintomo. Tra coloro che manifestano i sintomi circa il 20% presenta segni leggeri (febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, rash cutaneo).
In media solo in 1 caso ogni 150 persone infette, in particolare negli anziani e nelle persone debilitate, possono comparire sintomi neurologici anche gravi. L’infezione non si trasmette da persona a persona. Una zanzara che punge un malato non può trasmettere l’infezione a un’altra persona pungendola. Per quanto riguarda il rischio legato alle trasfusioni, al trapianto d’organo, ai tessuti e alle cellule sono previste procedure specifiche dettate dai protocolli nazionali e dal Piano regionale che scattano tempestivamente alla prima segnalazione di circolazione virale (anche in zanzare o animali).
Da fine giugno è stato diffuso su tutto il territorio regionale materiale informativo disponibile negli ambulatori delle ASL e degli Ospedali e negli studi dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta ed è disponibile anche sui siti internet delle ASO e ASL e del SeREMI (www.seremi.it).
È fondamentale che i cittadini adottino alcuni semplici comportamenti per proteggersi dalle punture e contrastare la diffusione dei vettori come: proteggersi con repellenti efficaci, cercare di alloggiare in ambienti climatizzati o comunque dotati di zanzariere alle finestre, evitare accumuli d’acqua stagnante nei giardini e nei sottovasi di fiori, dove le zanzare depongono le uova e proliferano.
Ago 23 2018
Infezione da West Nile Virus: in Piemonte situazione sotto controllo
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