“E’ un dibattito surreale quello che negli ultimi giorni è cresciuto attorno all’arrivo del Giro d’Italia, a maggio 2019, al Lago del Serrù nell’Alto Canavese, all’interno del Parco nazionale del Gran Paradiso. Chi crede che la corsa rosa disturbi ambiente e animali non sa che negli ultimi cento anni di storia del Giro, si sono sempre attraversati e raggiunti luoghi eccezionali sul piano naturalistico e ambientale, dei quali l’Italia è piena, senza intaccare in alcun modo il territorio, le specie animali e vegetali che lo rendono autentico e scrigno unico di biodiversità. Penso a Gran Sasso, Stelvio, Colle delle Finestre proprio quest’anno, Dolomiti Patrimonio Unesco, ma anche borghi delle Madonie e vette valdostane o friulane. Chi oggi chiede che, in una delle tappe regina del Giro, il traguardo sia posto a Ceresole Reale e non più in alto al Serrù per evitare impatti di auto e mezzi, non sa bene di cosa parla. Oltre all’attenzione straordinaria del Giro per l’ambiente, ad esempio con il programma Ride Green, è noto che nelle tappe di altissima montagna il Quartiere tappa per giornalisti e addetti, assieme a gran parte dei mezzi della corsa non viene posto in cima, ma molto spesso nel paese del fondo valle o nel borgo più vicino all’arrivo. Dunque, probabilmente a Ceresole. Solo pochi mezzi sono autorizzati, con gli speciali bollini, possono salire fino in cima.
È straordinario e irripetibile, il ritorno di immagine, mediatico e non solo, che la tappa garantirà al Canavese, a Ceresole, al Parco Gran Paradiso, al Piemonte. Ecco perché sono certo che oggi Comuni, in primis Ceresole, Unioni montane, Regione ed Ente Parco siano uniti a Rcs nel costruire la miglior tappa possibile con l’arrivo al Serrù, capace di mostare lo scrigno di biodiversità che sono le Alpi per l’Europa. Abbandoniamo le polemiche e guardiamo alla sostanza. Il Giro è l’Italia e porta l’Italia più bella nel mondo. 180 Paesi collegati su tv e internet. Centinaia di milioni di spettatori nei cinque Continenti. Decine di migliaia di persone sulle strade. Con un tifo per tutti. Corridori, organizzaione, territorio. Così sarà per il Canavese. E anche il Serrù confermerà il claim della corsa, la più dura del mondo, nel Paese più bello del mondo.”