TORINO – In esecuzione del decreto di sequestro per equivalente finalizzato alla successiva confisca disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, è stato sequestrato un immobile, del valore catastale di 1,5 milioni di euro, ma di valore commerciale decisamente più elevato, riconducibile a P.F., ritenuto il capo e promotore di un’associazione per delinquere operante nel territorio torinese dal 2012 al 2015, e responsabile di un’articolata frode “Carosello” all’Iva nel settore del commercio all’ingrosso di metalli non ferrosi.
In particolare, le condotte fraudolente sono state realizzate con il coinvolgimento di 39 società, sia italiane sia estere, risultate essere fittizie, gestite, di fatto, in un unico ufficio sito nel centro di Torino, le quali, nel periodo dal 2012 al 2015, hanno emesso fatture false per un importo complessivo di oltre 380 milioni di euro, con una conseguente evasione di Iva per circa 69 milioni di euro.
Nel corso delle investigazioni sono state arrestate 4 persone, domiciliate a Torino e Napoli, accusate di associazione per delinquere finalizzata al reato di frode fiscale transnazionale e sono state segnalate alla locale Autorità Giudiziaria.
A seguito delle indagini compiute dal Nucleo Polizia Tributaria Torino, erano già stati emessi due decreti di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, dei beni mobili, immobili e delle attività finanziarie dei tre principali indagati (P.F., R.G. e P.L.), fino all’importo di circa 30 milioni di euro.
Il prosieguo delle attività investigative da parte delle Fiamme Gialle ha permesso di accertare la disponibilità, da parte del promotore della frode fiscale, anche dell’appartamento in una rinomata zona residenziale di Napoli e formalmente intestato ad una società inglese. In particolare, è emerso che P.F., attraverso un articolato giro di operazioni societarie e intestazioni fittizie, aveva acquistato l’immobile nel 2009 e nel 2011 lo aveva conferito in una società inglese, di cui detiene la totalità delle quote di partecipazione. Queste ultime sono state successivamente trasferite in un trust avente sede a Londra e amministrato da un altro trust, con funzioni di trustee, situato in Nuova
Zelanda, entrambi istituiti con la finalità, appunto, di sottrarre il bene ad azioni legali di eventuali creditori.
Nonostante la fitta trama di operazioni dirette ad ostacolare la riconducibilità del bene immobile a P.F., le indagini svolte dalla Guardia di Finanza hanno consentito di acquisire prove e riscontri tali da consentire all’Autorità giudiziaria del capoluogo piemontese l’emissione di un ulteriore provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, dell’appartamento, cui il Nucleo Polizia Tributaria Torino ha dato esecuzione.
Mag 24 2016
GdF di Torino: sequestrato un immobile del valore catastale di 1,5 milioni di euro
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