TORINO – Il perdurare della siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura torinese. A poco più di due settimane da San Martino, l’emergenza principale riguarda la semina dei cereali vernini, grano, frumento e orzo, perché il terreno è talmente arido da risultare polveroso e impenetrabile fino ad elevate profondità e impedisce lo spargimento dei semi e il radicamento delle piante.
Dove possibile gli agricoltori stanno utilizzando pozzi, pompe e impianti irrigui per ammorbidire la terra e prepararla alla semina ma, in molti casi, la scarsità d’acqua in fiumi e torrenti e l’assenza di punti di captazione prossimi al fondo agricolo rendono indispensabile attendere l’arrivo della pioggia.
A preoccupare la Cia – Agricoltori Italiani di Torino non è comunque solo la prossima campagna cerealicola. La scarsità d’acqua sta producendo effetti negativi in molti settori, dall’allevamento zootecnico all’apicoltura, e minaccia di trascinare l’intero comparto in una crisi senza precedenti nella memoria recente.
«Oggi la nostra attenzione è giustamente puntata sui roghi in Valsusa, Pinerolese e Canavese – dichiara il presidente provinciale della Cia Roberto Barbero – ma il prolungarsi di questo periodo siccitoso sta mettendo in ginocchio sia l’agricoltura sia l’ecosistema boschivo di tutte le nostre aree montane e collinari. In pianura in qualche modo, fino ad ora, è stato possibile tamponare la situazione aumentando le dotazioni di gasolio agricolo e le attività di irrigazione ma siamo vicini al punto di non ritorno. Se non arriverà una quantità di pioggia accettabile entro le prossime due settimane potremmo perdere l’anno con conseguenze incalcolabili per il nostro tessuto imprenditoriale.»
Ott 26 2017
Emergenza siccità: a rischio i raccolti del 2018
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