Si brancola nel buio. Passano le ore e con le ore anche il solo pensiero che i contagi possano in qualche modo diminuire sembra rarefarsi. La critica diventa la più attuale tra i “modus operandi” e si torna a parlare di lockdown totale. Una parola che non piace, perché non piacciono le restrizioni. Ci sentiamo privati di una libertà che crediamo di possedere ma che a conti fatti, non ci appartiene. Siamo controllati e spiati. Lo fa la tecnologia e laddove la tecnologia non arriva lo fa chi ci sta intorno con le parole, le critiche, col fare saccente di chi, puntando il dito, rivendica un ruolo di superiorità. Lo fanno tutti, perché tutti sono portatori di verità. Tutti sanno come comportarsi: i giovani, gli anziani, gli adulti a qualsiasi ceto e professione appartengano, sanno.
Abbiamo visto e ascoltato di tutto, ma davvero abbiamo saputo comportarci bene? Io non ne sono convinto ed anche le tecniche di sanificazione, le più banali, spesso non venivano più rispettate, come ad esempio disinfettare i tavolini al bar tra un cliente e l’altro o il bancone dove tutti respiravano sorseggiando il caffè che resta un piacere a cui, con le nuove restrizioni, dobbiamo inevitabilmente rinunciare. E che dire della spesa! In primavera ci si metteva in coda con il carrello che distanziava; si misurava la febbre all’entrata e non poteva varcare la soglia del supermercato più di una persona per famiglia. Adesso siamo allo sbando, ci si accalca e interi nuclei familiari entrano quasi tenendosi per mano. Non siamo responsabili ma spesso alla non responsabilità si aggiunge l’impossibilità di fare sul serio tutto per bene perché qualcosa prima o poi sfugge, anche se si fa attenzione e a fine giornata chissà quanti errori volontariamente o involontariamente abbiamo fatto. E ai nostri sbagli si aggiungono quelli di chi deve dettare regole giuste, o quanto meno appropriate, e si torna a dare un giro di vite. Eppure da aprile di tempo per prepararsi ad una ipotetica nuova ondata ne è passato. Mesi e mesi di dirette tv che hanno ospitato di tutto: dai politici ai sanitari, dagli opinionisti ai semplici cittadini, ed anche le diete per rafforzare il sistema immunitario hanno avuto il loro momento di popolarità. Si è parlato di scuola e di trasporti, di aiuti ed incentivi, si è parlato di tutto ma quel che è certo è che si è parlato di niente. E intanto restiamo imbavagliati nelle nostre mascherine gialle, bianche, rosse e blu, in attesa di nuovi decreti, dando il benvenuto al coprifuoco e l’addio alla movida, poi i centri commerciali chiusi nl fine settimana, poi le zone gialle, arancioni e per noi rossa.
Ma non potevamo pensarci prima? Non potevamo in qualche modo evitare gli sfoghi di piazza di chi si trova con l’acqua alla gola a cui si aggiungono la violenza di ultras, delinquenti e antagonisti. Che tristezza. Siamo degli irresponsabili, tutti quanti: dalle spiagge alle montagne per concludere con le discoteche, dove appiccicati gli uni agli altri ci si è spinti in balli liberatori quasi a volersi scrollare di dosso il virus. E i nostri governanti? Qualcuno li ha visti? Io sì, in televisione a raccontare una verità che non esiste. Se non fosse per le tante bare viste sfilare in una triste notte di primavera, quasi verrebbe da pensare che il covid non esiste. Ma il covid c’è e con lui ci sono le terapie intensive, i tamponi, i malati immaginari e i negazionisti; poi ci sono tante persone normali che non hanno contratto il virus e gli asintomatici, che lo portano a spasso per il “mondo” senza neppure saperlo. Io non so quale sia la giusta ricetta ma una cosa la so: nell’ insieme tutti quanti, non è vero che ci siamo comportati bene! Ci piace dirlo e ci piace sentircelo dire.
Nov 09 2020
Cittadini, governanti, presidenti e sindaci: ma ci siamo davvero comportati bene?
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