RIVAROLO – Nei mesi scorsi l’associazione “Non bruciamoci il futuro” aveva chiesto alla Asl TO4 di potere conoscere i dati relativi all’insorgenza di tumori tra i cittadini di Rivarolo, soprattutto relativamente alla entrata in funzione della centrale a biomasse nell’area dell’ex Valle Susa.
L’ASL aveva dato la propria disponibilità e nella serata di ieri, in una assemblea pubblica, è stato fatto il punto della situazione. Non tanto sui dati attualmente disponibili che, come per tutti i comuni di pertinenza dell’ASL si fermano alla fine del 2015, quanto per il metodo di lavoro che l’ASL si è data per andare incontro alle richieste della associazione. A descrivere il lavoro che verrà fatto è stato il dottor Giuseppe Gulino, epidemiologo della Asl.
La città di Rivarolo verrà suddivisa in 30 zone a diversa distanza dalla centrale. L’incidenza di nuovi casi di tumore in un’area maggiormente “esposta” alla centrale verrà confrontata con i dati relativi alle aree meno “esposte”. Sarà possibile effettuare un confronto anche con i comuni vicini alla città di Rivarolo, per avere un dato più “allargato”.
Il rischio relativo sarà dato dal rapporto tra il numero dei tumori all’interno della popolazione “esposta” rispetto a quella meno “esposta”. Il dato sarà preoccupante se sarà maggiore a uno. IIn autunno saranno resi noti i primi risultati.
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