Una nottata di “intenso lavoro” per i Volontari del Soccorso Alpino della XIIa Delegazione Canavesana. All’una della scorsa notte Ilario Bertino, Capostazione di Ivrea, è stato allertato dal Comando dei Carabinieri di Vico Canavese, che avevano ricevuto una richiesta di aiuto da parte del figlio di un escursionista di Ivrea, di 58 anni, che denunciava che il padre, a causa della nebbia, si era perso durante una gita in Valchiusella.
L’ultimo contatto telefonico del figlio con il padre risaliva intorno alle 20.
A preoccupare i famigliari il fatto che l’uomo, con gravi problemi di salute, doveva assolutamente assumere dei farmaci, che il papà, a detta del figlio, non si era portato dietro perché la gita, una traversata da Tavagnasco a Traversella attraverso il Passo del Gallo (2000 mt. circa di altezza), si sarebbe dovuta concludere nel pomeriggio. All’1.30 due squadre di Volontari del Soccorso Alpino, sono giunte sopra al Comune di Traversella, grazie ai mezzi delle Forze dell’Ordine, luogo da cui sarebbero iniziate le ricerche. Da subito le condizioni meteorologiche si sono dimostrate molto critiche, con nebbia fitta e poca possibilità di procedere in sicurezza. Contemporaneamente, dal versante di Tavagnasco è partita una seconda squadra di Volontari, nell’eventualità che il disperso abbia tentato di tornare sui suoi passi.
Il figlio, munito di medicinali, ha seguito una squadra durante la ricerca.
Alle prime luci dell’alba, Ilario Bertino, resosi conto di non poter richiedere l’intervento dell’elicottero, si è adoperato per organizzare un’ulteriore squadra di supporto alla ricerca, quando l’uomo, ha chiamato con il cellulare il figlio, dicendo di stare bene, di essere caduto, pensando di essersi fratturato un dito, e di essere infreddolito, ma che a breve avrebbe raggiunto il parcheggio dove aveva lasciato l’automobile, verso il quale si sono diretti anche i soccorritori. “Se fossimo stati allertati alle 20 quando c’è stato l’ultimo contatto con l’escursionista – ha commentato Fulvio Conta – forse ci saremmo evitati l’ennesima notte di ricerca. Ma soprattutto, tenendo conto delle condizioni di salute del disperso, avremmo avuto ore di luce in più, che avrebbero potuto rivelarsi di vitale importanza. Mi domando come mai, prosegue il Conta la famiglia non abbia allertato subito le Forze dell’Ordine, preferendo invece affidarsi ad amici che hanno svolto una prima ricognizione dei luoghi, creando le ipotetiche condizioni per aumentare il numero dei dispersi!” E l’invito è che in caso di necessità, siano immediatamente allertate le forze dell’ordine o la centrale operativa del 118, così da evitare pericolosissimi “fai da te”.
Giu 29 2012
Ancora una notte di lavoro per il Soccorso Alpino
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