Accoglienza notturna per persone senza dimora: a Torino oltre nuovi 100 posti

Accoglienza notturna per persone senza dimora oltre nuovi 100 posti 1TORINO – È stata avviata la seconda tranche del progetto di accoglienza notturna straordinaria per persone senza dimora ratificato con il protocollo di intesa tra Città di Torino, Arcidiocesi di Torino, Città della Salute e ASL unica Torino. La prima parte, riguardante due sedi di accoglienza – Villa Pellizzari in corso Casale 396 e via Cappel Verde 6 – , è già attiva dalla metà del mese di dicembre e ospita 45 persone in totale.
Il 12 gennaio ha aperto le porte l’accoglienza di via Arcivescovado 12 C, ricavata in un’ala del palazzo arcivescovile. Ospita fino a trenta persone di sesso maschile segnalate dal servizio adulti in difficoltà della Città di Torino.
Potranno trattenersi normalmente per un mese, con possibilità di estensione anche a tutto il periodo di emergenza per il freddo (ovvero fino a fine marzo o metà aprile).
Accoglienza notturna per persone senza dimora oltre nuovi 100 postiMercoledì 17 gennaio è iniziata l’attività di accoglienza presso una manica dell’ex presidio sanitario Maria Adelaide in Lungo Dora Firenze 87. Lo spazio, messo a disposizione dalla Città della Salute e concesso in comodato all’Arcidiocesi di Torino, potrà ospitare fino a quaranta persone prevalentemente di sesso maschile, per un periodo massimo di un mese consecutivo. Gli ospiti saranno veicolati dai
servizi della Città di Torino ma potranno anche accedere spontaneamente, fino ad esaurimento posti. Domenica il direttore generale della Città della Salute Gian Paolo Zanetta e l’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia e il presidente della Compagnia di San Paolo Francesco Profumo hanno portato il loro saluto ai primi ospiti.
Così in totale saranno a disposizione oltre 100 posti di accoglienza notturna temporanea in aggiunta a quanto già attivo, frutto della collaborazione tra Istituzioni e organizzazioni della società civile. Il coordinamento generale della progettualità è in capo alla Caritas Diocesana; la progettazione è seguita da una cabina di regia in cui siedono tutti gli attori del Protocollo di Intesa e dall’Area del Sociale della curia metropolitana.

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