Asa: Gli Rsa Aziendali denunciano “Niente stipendio e condizioni di lavoro disastrose”

CASTELLAMONTE – “I lavoratori del gruppo Asa sono senza stipendio grazie ai soliti Comuni che continuano a incassare le bollette dei cittadini e a non pagare all’azienda i servizi già effettuati.”
Ad affermarlo sono le Rsa Aziendali attraverso una nota stampa unitaria. “Dobbiamo con amarezza costatare che le Amministrazioni del territorio, o almeno parte di esse, oltre a non essere state in grado di risolvere i problemi della loro azienda di raccolta rifiuti, fallendo miseramente nel tentativo di formare una nuova società pubblica, Aec, non rispettano nemmeno i contratti in essere, pretendendo che la raccolta e la pulizia nei propri paesi venga eseguita in modo puntuale e perfetto e facendosi sconti sulle bollette in caso contrario, ma ritardando in modo inaccettabile di pagare quanto dovuto mettendo in seria difficoltà la prosecuzione del servizio e la sopravvivenza del gruppo Asa in questo difficile momento in cui devono avvenire i passaggi di proprietà e si devono definire i nuovi assetti del comparto. I mancati pagamenti, – si legge nel comunicato – oltre a rendere incerti gli stipendi dei lavoratori, rendono difficile far fronte a tutte le spese necessarie per un corretto svolgimento del servizio (pagamento delle discariche, assicurazioni dei mezzi, riparazioni e rifornimento di gasolio), non si può pensare che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti possa continuare solo e sempre facendo appello alla buona volontà e al senso di responsabilità di chi lavora in Asa e che le Amministrazioni Comunali possano continuare a defilarsi dalle proprie responsabilità.”
Discariche non accessibili e mezzi che vertono in cattivo stato rendono già di per sé difficili se non impossibili, le operazioni di raccolta. Se a questo si sommano i mancati stipendi, l’incertezza di un’occupazione futura (in quanto verranno assicurati posti di lavoro soltanto per 124 dipendenti su 238) e le minacce fatte da ignoti (come il recente falso allarme bomba), svolgere bene il proprio lavoro diventa utopistico. Difatti “i lavoratori di Asa – comunicano le Rsa – di fronte a questa situazione, ritengono di non poter più assicurare i servizi nei confronti di quei Comuni che ad oggi hanno centinaia di migliaia di euro di bollette scadute (Favria, Cuorgnè, Castellamonte solo per citare i casi più clamorosi) anche per un senso di rispetto e responsabilità nei confronti di quelle Amministrazioni che hanno sempre provveduto in modo puntuale al pagamento di quanto dovuto. Siamo consapevoli delle enormi difficoltà in cui si dibattono le Amministrazioni Comunali per far quadrare bilanci sempre più ridotti all’osso, ma ricordiamo che i soldi incassati dai cittadini con le bollette della raccolta rifiuti, devono essere destinati al pagamento del relativo servizio e che non si può più pensare di quadrare i conti del Comune caricando su ASA i costi di queste scelte, scelte che in passato hanno contribuito a creare la situazione attuale dell’azienda perché in futuro grazie all’incapacità di quei Sindaci, Asa non ci sarà più.”
E i cumuli di immondizia crescono qua e là per i paesi (specie per il mancato accesso ad una discarica dove poterli portare!). Con l’aggiudicazione del bando all’Ati formata da San Germano e Edera Ambiente e il ritiro dell’istanza di fallimento, sembrava che lentamente tutto stesse andando a posto, invece la situazione Asa appare ogni giorno sempre più intricata e in bilico. E la politica resta a guardare.

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