CALUSO – Non usa mezzi termini, Elio Lepore, Presidente del Cissac di Caluso nel corso della conferenza stampa di mercoledì 4 settembre: “Se la situazione permane così come è – ha commentato – mi dimetto.” Parole dure da parte di chi da circa 20 anni è alla guida del consorzio Socio Assistenziale che fa capo a 18 Comuni del Canavese (Barone, Caluso, Candia, Cuceglio, Mazzè , Mercenasco, Montalenghe, Orio, Perosa, Romano, San Giorgio, San Giusto, San Martino, Scarmagno, Strambino, Vialfrè, Villareggia, Vische). Argomento di discussione le “Disposizioni organiche in materia di Enti locali” che prevedono fra le forme giuridiche per l’esercizio associato della funzione sociale, i Consorzi tra Comuni (l.r. n 11/2012), stabilendo in 40 mila abitanti il limite demografico minimo necessario per l’esercizio in forma associata, fermo restando il rispetto degli obiettivi del Piano Socio Sanitario. Ormai da tempo si dibatte sulle vicissitudini dei Consorzi, che con la Spending Rewieu, ha sottolineato Lepore: “sono stati salvati demandando alla Regione di formulare le leggi. Quest’ultima in sede di stesura del documento legislativo ha dunque fissato ambiti ottimali per svolgere le funzioni sulla base di un determinato numero di residenti (appunto 40 mila), e la possibilità di prevedere ed accordare deroghe a questi stessi requisiti così da consentire ai Comuni, sulla base di motivazioni oggettive e pertinenti, di disegnare l’aggregazione ritenuta più adatta. Ed è con delibera datata 28-3-2013 che l’assemblea consortile confermata la volontà di proseguire la gestione associata del Cissac, secondo i criteri richiesti: la coincidenza dell’ambito territoriale con una precedente unità socio sanitaria locale; una popolazione residente, dati Istat al 31-12-2011, di 38.456 abitanti, cioè esiguamente inferiore al requisito minimo; la volontà di proseguire la gestione associata in termini di efficacia ed efficienza che fino ad ora l’hanno caratterizzata, che ha formulato alla Regione Piemonte la richiesta di concessione di deroga. Ma oggi quello che preoccupa è la mancanza di concretezza, da parte dei Primi Cittadini. E’ stato infatti fissato al 31/12/2013 il tempo tecnico ultimo per raggiungere i 40 mila abitanti, e lo scenario che si prefigura a partire dal 1° gennaio 2014, è preoccupante, ha continuato Lepore, e cioè: “che la Regione non conceda più alcuna deroga, con conseguente scissione del Consorzio, con la zona facente capo a San Giorgio e comuni limitrofi che potrebbe decidere di andare con il Ciss 38 di Cuorgnè; Strambino con Ivrea, Caluso/Mazzè con Chivasso. Uno scenario pericoloso da un punto di vista economico, dei servizi, e burocratico, senza pensare al personale che rischierebbe di essere messo in mobilità regionale.” Nelle parole del presidente Cissac la necessità di non perdere tempo, e la solidarietà dei Sindaci a favore del Consorzio non deve essere soltanto più a parole: “Se la situazione non si risolve ora, non si risolve più – ha aggiunto il presidente Cissac – A gennaio i nostri Sindaci sono in campagna elettorale , e si verrebbe a creare un vuoto legislativo incolmabile. Se dobbiamo arrivare a 40 mila abitanti ci dobbiamo arrivare adesso.” Perché se da un lato l’Assemblea dei Sindaci non si è detta preoccupata evidenziando la certezza di avere un numero di piccoli comuni pronti ad aggregarsi in modo da andare a colmare il vuoto numerico di residenti per raggiungere il ‘numero perfetto’, dall’altra tale certezza deve essere formalizzata. “Chiedo ai Sindaci di esplicitare con impegni concreti la volontà di questi Comuni di entrare a far parte del nostro Consorzio.” L’appuntamento in Regione per chiedere la deroga è fissato per il 16 settembre. “Non sappiamo quale risposta ci verrà data ha concluso Lepore. In caso non ci venisse concessa la deroga non sono disposto a fare l’ufficiale liquidatore di questo Consorzio e se le mie dimissioni saranno funzionali a salvarlo, lo farò: lo devo ai cittadini, e a tutti i dipendenti che in questi anni hanno lavorato con professionalità e grande impegno.” E’ dunque un messaggio ai Sindaci quello che Lepore ha deciso di lanciare: “Esistono o meno, questi Comuni disponibili ad entrare? Qualsiasi sia la risposta la esplicitino e decidano se restare, o andare con l’uno o l’altro consorzio.” E c’è rammarico nelle parole di Lepore nel sottolineare come l’argomento in sede comunale non sia stato trattato per tempo, quando si discuteva sull’accorpamento dei servizi, come quello ad esempio di polizia municipale. E dispiace che oggi a ridosso di una scelta da prendere si agisca come se si trattasse di una campagna acquisti dell’ultimo momento.
Karen Orfanelli
Set 05 2013
Il Presidente del Cissac minaccia le dimissioni
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