Lettera aperta: Rsu Fim-Cisl – Fabio Militto e i lavoratori Canavesani
Il primo gennaio 2010 nasce la De Tomaso nell’ex stabilimento Pininfarina di Grugliasco con una forza lavoro pari a 950 dipendenti più 150 lavoratori nell’ex stabilimento Delphi di Livorno. I dipendenti piemontesi, avuti tramite un ex.art.47, provengono tutti dagli stabilimenti Pininfarina di Grugliasco, San Giorgio Canavese e Bairo Canavese. Tutti questi lavoratori sono per la maggior parte operai più qualche unità impiegatizia (come ad esempio le segretarie) e nei mesi successivi lo spostamento “ex art 47” il numero totale dei dipendenti aumenta perché alcuni impiegati Pinifarina decidono di licenziarsi per sposare questo nuovo progetto Industriale.Il progetto di Rossignolo è ambizioso e rivoluzionario per tecnologia e obiettivi come il metodo Univis (saldatura scocche di alluminio) e per le tipologie di veicoli da produrre (autovetture di alta gamma completamente create i modo artigianale), tutti destinati ai mercati internazionali., Per lo start up produttivo l’Azienda necessita di corsi di formazione “mirati” come ad esempio relativi alla selleria (cucitura) e la saldatura in alluminio, da attivare con fondi Europei tramite una precisa documentazione da fare approvare in Commissione Europea. La partenza formativa era prevista per marzo 2010 (nel frattempo è stata approvata la Cassa Integrazione Straordinaria per due anni e inoltre gli ex dipendenti Pininfarina continuano a lavorare negli stabilimenti di provenienza per poter finire le commesse del vecchio datore di lavoro) e a partire da quella fatidica data comincia l’odissea dei lavoratori perché la De Tomaso non riesce ad ottenere i fondi per i corsi secondo le tempistiche preventivate dal Piano Industriale, e in questo lasso di tempo capita di tutto e di più. Tra i numeri degli occupati De Tomaso i canavesani risultano essere circa 350 e se non ci sarà un futuro occupazionale sia Torino sia il Canavese subiranno un’ulteriore e gravissima perdita di posti di lavoro.