Decisa la pulizia del fronte sud della collina della Chiesa di San Giorgio

VALPERGA – Su richiesta dell’associazione “Amici di San Giorgio in Valperga”, del Comune e della Parrocchia di Valperga, l’ente di gestione partecipa al recupero e valorizzazione del fronte sud della collina su cui si erge la Chiesa di San Giorgio in Valperga. La zona, oggi fortemente infestata da robinie e rovi, dal sei-settecento fino agli anni ‘70 era coltivata a vigna e ad orto. Il paesaggio di notevole bellezza che si presentava, definito da terrazzamenti, permetteva un’ampia visuale della chiesa e verso il santuario di Belmonte. Purtroppo negli ultimi decenni fu dismessa la coltivazione, la crescita di alberi e la diffusione impetuosa di rovi infestanti hanno nel tempo compromesso la valenza paesaggistica del luogo, nonchè lo svuluppo di instabilità del terreno. Proprio per l’importanza paesaggistica che riveste il versante in cui ricade la chiesa di San Giorgio, territorio inserito nell’area di salvaguardia del Parco del Sacro Monte di Belmonte, l’ente ha predisposto dei fondi (10000 euro) per contribuire al recupero dell’area intervenendo attraverso delle azioni mirate di taglio di eventuali alberi di alto fusto che insistono nell’area compromettendo la visuale, potatura di alberi di pregio e pulizia radicale del sottobosco. A questa fase, assolutamente necessaria, seguirà un progetto di recupero dei terrazzamenti e del convogliamento delle acque piovane e dei sentieri, restituendo al luogo il pregio naturalistico di un tempo.
«Siamo assolutamente concordi con questa azione di recupero e di valorizzazione – dice la  consigliera di Belmonte Silvia Leto – La strada intrapresa è a mio avviso quella giusta che mira ad una pianificazione e ad un  recupero delle bellezze locali, soprattutto attraverso l’integrazione degli enti regionali con quelli comunali e con le associazioni presenti sul territorio. Ci auguriamo di poter ammirare al più presto il paesaggio recuperato da questa importante iniziativa e di poter potenziare gli aspetti naturalistici che rendono Belmonte patrimonio mondiale dell’umanità.»