Ha preso il via la 32^ edizione del Carnevale di Agliè: Marco Succio e Giulia, conti

AGLIÈ – “Addì nell’anno del Signore 2012, il 22 del mese di gennaio, gli illustrissimi ed eccellentissimi Conte Filippo e Contessa Caterina del nobile casato dei Conti di San Martino di Agliè, dalla Residenza del Palazzo Ducale, a tutti lor Signori accorsi in così gran numero da tutti i luoghi del contado, danno inizio ai festeggiamenti dello storico Carnevale.” Recita così il “documento” declamato dal Gran Cerimoniere Aldo Chiesa, alla presenza della Prima Contessa Laura Bonino, sulle note dei Pifferi e Tamburi di Arnad e dei Tamburini di Agliè, in apertura dei festeggiamenti della 32^ edizione del Carnevale. Dalle porte dell’imponente maniero a salutare il pubblico i regnanti del 2011 Luca Roncon e Roberta Berardo, e a seguire i nuovi reali impersonati da Marco Succio e Giulia Tarro Genta, mantenuti rigorosamente segreti fino al momento della loro apparizione. Ed è una piacevole giornata di sole, ad accogliere i tanti partecipanti che avvolti nei loro costumi d’epoca saranno protagonisti fino alla prossima domenica, di una grande festa che culminerà con la tanto attesa sfilata dei carri allegorici. A donare le chiavi della città, ad un conte Filippo visibilmente emozionato, il Sindaco Edi Gianotti, che ha voluto ringraziare i Conti uscenti per l’aver svolto egregiamente il compito che gli è stato concesso, con l’augurio che anche i nuovi personaggi sappiano fare altrettanto. Marco Succio, 29 anni, ingegnere edile di Agliè, è attualmente Assessore all’Urbanistica e Viabilità del Comune. La politica è la sua passione, ma nei momenti di relax coltiva un altro hobby, quello della pesca. C’è emozione anche nelle parole della giovanissima contessa Giulia Tarro Genta, 21 anni compagna nella vita del Conte Filippo, studentessa universitaria presso la facoltà di Giurisprudenza all’Università di Torino e cuoca presso il Ristorante “Antico Convento” di San Martino. Bionda, occhi azzurri, sorriso dolcissimo, a Giulia sono bastati pochi istanti per scrollarsi di dosso quella timidezza iniziale propria di chi dal settecentesco Castello deve apparire al suo popolo.