Il Commissario fa dimettere Filipponi

CASTELLAMONTE – Le dimissioni del Direttore Generale di Asa, Emidio Filipponi, sono giunte, a sorpresa, nella mattinata di martedì. Ufficialmente «per rendere più fluida la situazione di Asa e agevolare la vendita dei rami d’azienda.»
Ma in pochi credevano che il creatore dell’Asa avesse scelto in maniera autonoma di lasciare l’incarico, pur rimanendo all’interno della azienda.
In merito alla scelta del Direttore sono intervenute le organizzazioni sindacali che in una comunicazione urgente al Commissario Straordinario Ambrosini hanno chiesto di non accettare le dimissioni di Filipponi e di voler invece accogliere la richiesta di un incontro imminente con tutti i lavoratori dell’intero comparto Asa per chiarire sia la situazione attuale, sia i motivi dei rallentamenti per l’uscita del bando dell’asset dei rifiuti e del teleriscaldamento. Vista la grave situazione di incertezza le Rsa hanno inoltre deciso di riprendere l’assemblea permanente con il blocco di ogni attività, a cominciare dalla raccolta rifiuti.
E la notizia delle dimissioni ha seguito di pochi giorni l’avvenuta confisca di tutti i beni personali di Filipponi per contributi non pagati all’Inps e relativi al periodo 2007-2008.
Nella serata di ieri si è svolto un incontro con il Dottor Goffi, che per conto del Commissario Ambrosini, ha relazionato a dipendenti, sindacati e sindaci su due aspetti della situazione: appunto le dimissioni di Filipponi e la pubblicazione dei bandi per la vendita degli asset aziendali.
«Le dimissioni sono state concordate – ha detto Goffi – È stato un atto per dare un segnale perchè quanto successo (con riferimento agli ultimi atti giudiziari n.d.r.) ha causato una incompatibilità con il suo ruolo. Anche perchè la situazione poteva prestarsi a diverse strumentalizzazioni . Comunque Filipponi rimarrà in azienda, la sua presenza sarà garantita tutti i giorni e potrà continuare ad essere un riferimento per i dipendenti, che non perderanno una guida. Ma tutte le decisioni saranno sottoposte al vaglio del Commissario.»