Le risorse educative e turistiche in un convegno organizzatio a Pavone Canavese
PAVONE – È inutile dire che i tempi sono cambiati. “Mamma” industria, la chioccia che per anni ha protetto e garantito benessere alla comunità, ha deciso di lanciare un messaggio al passo coi tempi. Un messaggio forte, che nella crisi, racconta la sua stanchezza: un periodo di riflessione per dire che così non va, o meglio, non va più, e in questa crisi ci sono tutti, e tutti sono chiamati a concorrere alla tanto auspicata ripresa. Ecco che quel discorso di valorizzazione dell’agricoltura, nato all’interno della rassegna “Settembre in festa” dalla collaborazione tra Comune e Coldiretti, avviato quattro anni fa a Pavone per coniugare la mentalità agricola propria del nostro territorio con quella industriale, sta dando i propri frutti. È cresciuta la voglia di scommettere sull’ambiente, su iniziative di investimento diffuse sul territorio, su nuove forme di imprenditorialità. E la scommessa è tutt’altro che facile, perché non è sufficiente pensare all’agricoltura come rifugio occupazionale. Dal titolo “Accoglienza e servizi della imprenditoria agricola: risorse educative e turistiche” si è svolto in Santa Marta a Pavone un convegno-laboratorio che ha visto sedere al tavolo dei relatori, accanto al Sindaco Maria Aprile, rappresentanti politici, ed esponenti della Coldiretti, per interagire con il pubblico, e raccontare la propria esperienza. È il caso di Domenico Tappero Merlo: proveniente da una famiglia contadina dedita alla conduzione dei vigneti ed alla produzione dei vini, è entrato come tanti a far parte della grande famiglia Olivetti, per poi fondare a Torino, negli anni ’70, una delle primissime Software House Italiane indipendenti, diventata una tra le più importanti realtà informatiche italiane. Ha poi deciso di intraprendere una nuova avventura diventando sommelier, degustatore e relatore, passando molto tempo a parlare del suo Canavese.
E c’è soddisfazione da parte degli organizzatori nel vedere tanti giovani presenziare al convegno. Senza dimenticare l’attività manufatturiera, occorre avere il coraggio di investire su altre risorse, e il turismo, così come sottolineato dal Consigliere regionale Roberto Tentoni, «è una di queste. Occorre uno sforzo di fantasia – ha detto – Il nostro territorio ha il vantaggio di essere predisposto all’accoglienza; forse non in termini alberghieri, ma è bello, ricco di attrazioni, con un ambiente sano, in cui si innesca il valore dell’agricoltura quale elemento di conservazione e miglioramento dell’ambiente. Oggi fare l’agricoltore significa fare l’imprenditore agricolo, una ricaduta positiva anche sul paesaggio, e c’è la necessità di una educazione agricola all’interno delle aziende da trasmettere alle nuove generazioni.»
Per Massimo Nicolotti, responsabile della Coldiretti di Ivrea, occorre riflettere su come far lavorare insieme un territorio di area vasta. «La Provincia – ha sottolineato – ha chiaro che il proprio ruolo è quello di cogliere le istanze del territorio, ascoltando i soggetti presenti, cercando di trasformare le istanze in progettualità concrete, da trasmettere oltre i confini dello stesso territorio provinciale.» Ed è intenzione della provincia di Torino, rappresentata per l’occasione dall’Assessore all’Agricoltura Marco Balagna, di continuare a porsi in questo ruolo di sprone. «Il processo legislativo in corso ci porta a lavorare insieme – ha commentato – e il territorio sta lavorando in tal senso ma deve farlo di più se si vuole ottenere un salto di qualità. Occorre riflettere su un sistema Canavese forte, incisivo, che non si faccia trascinare dalle decisioni di altri. Dobbiamo essere protagonisti della creazione di un nuovo ente intermedio, dove il Canavese sia in grado di rivendicare il proprio ruolo.» Poi la necessità di fronte ad una agricoltura che è cambiata, in termini di accoglienza, ospitalità, attività di impresa, di un maggior supporto di tipo normativo e burocratico, prima ancora che economico. «Il mondo agricolo multifunzione – ha continuato – necessita di regole certe.»
A Daniela Broglio, dell’Atl Torino e Provincia, il compito di relazionare sul trend del mercato e sugli strumenti di sviluppo turistico che fa ben sperare in termini di una domanda in crescita. «Il turismo rurale – ha sottolineato – è un’attività da inserire in modo coordinato all’interno di un modello integrato di sviluppo.» Parola d’ordine sono: qualità e specificità dei prodotti, personalizzazione dell’offerta, rispetto dell’ambiente ed enogastronomia, per un pubblico attento ed esigente, che guarda anche alle energie rinnovabili e alla gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti. «Occorre migliorare la riconoscibilità dei prodotti e la rete di commercializzazione – ha concluso – ma occorre soprattutto essere maggiormente orgogliosi dei nostri prodotti.»