Il legame tra Benedetto XVI ed il Cardinale Tarcisio Bertone non inizia certo con la nomina di quest’ultimo a Segretario di Stato del Vaticano.
Il Cardinale Bertone ha infatti collaborato all’ultima fase della revisione del Codice di Diritto canonico alla cui Commissione lavorò anche l’allora Cardinale Ratzinger.
Nel 1988 fece parte del gruppo di sacerdoti che accompagnò Ratzinger nelle trattative per la riconciliazione con monsignor Marcel Lefebvre.
Il 13 giugno 1995 Bertone venne nominato Segretario della Congregazione per la dottrina della fede, in Vaticano, dove ha collaborato strettamente con il Cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della stessa.
Il 22 giugno 2006 papa Benedetto XVI lo ha nominato segretario di stato della Santa Sede, carica che ricopre dal 15 settembre 2006, succedendo al cardinale Angelo Sodano, dimissionario per sopraggiunti limiti d’età.
«Ho imparato a conoscere Joseph Ratzinger – disse Bertone all’indomani della nomina a Segretario di Stato – come persona straordinaria, affabilissima, delicata di cuore e di sentimenti, attenta anche ai risvolti personali dei suoi collaboratori, un uomo capace di ascolto come pochi altri. Era naturale che la collaborazione con un superiore di questa levatura diventasse presto una familiarità, suscitando un’intesa spontanea e una fedeltà a tutta prova. Non si può non essere fedeli a un uomo simile. Negli anni della Congregazione per la dottrina della fede è nata una sintonia assoluta tra prefetto e segretario, che Giovanni Paolo II apprezzava molto.»
«Ogni intervento di Ratzinger, scritto o a braccio, è sempre stato di una eccezionale ricchezza teologica – disse ancora Bertone – con una capacità impareggiabile di analisi dei temi, di sintesi tra i diversi punti di vista e di proposta di una soluzione adeguata al caso. È senza dubbio un uomo straordinario, che dà fiducia ai propri collaboratori senza badare all’età o al rango. Nelle riunioni del venerdì, cui partecipavano anche gli officiali della Congregazione, ascoltava tutti gli interventi e chiedeva proposte per risolvere le questioni, non di rado raccogliendo il suggerimento espresso proprio dai più giovani collaboratori.»
m.d.