La crisi economica al centro dell’Angelus del Papa
ROMANO – “Invochiamo la protezione di Maria, la Vergine Assunta Patrona della Diocesi, aiuto dei cristiani, madre amata e venerata in modo speciale nei numerosi santuari a lei dedicati tra i monti del Gran Paradiso alla pianura del Po. La sua presenza indichi a tutti la via della speranza e li conduca come la Stella che guidò i Santi Magi. Affidiamoci con fiducia filiale alla Madonna invocandola con la preghiera dell’Angelus.”
È con queste parole e la sua benedizione che Papa Benedetto XVI si è rivolto alle tante persone che si sono riunite ad acclamarlo domenica 19 luglio nella piazza della Chiesa. Nel suo discorso il Santo Padre ha affrontato il tema dell’attuale crisi economica ed occupazionale (su cui è più volte intervenuto, affrontandolo approfonditamente nella recente enciclica “Caritas in veritate”), ma anche i valori fondamentali della famiglia e del rispetto della vita umana, la sensibilità per la giustizia sociale, i giovani. Lo sguardo del Papa è andato alla situazione di difficoltà economica che anche tante famiglie canavesane si trovano ad affrontare per la carenza di occupazione. “Cari amici – ha detto – non scoraggiatevi! La Provvidenza aiuta chi opera il bene e si impegna per la giustizia; aiuta chi non pensa solo a sè ma anche agli altri. I vostri nonni furono costretti ad emigrare per carenza di lavoro ma poi lo sviluppo economico ha portato benessere e altri sono immigrati qui in Italia e dall’estero.” Per Papa Ratzinger quella di domenica scorsa è stata la prima uscita ufficiale programmata nel breve periodo di vacanza estiva a Les Combes di Introd, in Valle d’Aosta. Una visita fortemente voluta dal suo Segretario di Stato Tarcisio Bertone, e che ha lasciato l’intera comunità con il fiato sospeso. “Preghiamo per la salute del Santo Padre” recitava un comunicato della Diocesi a seguito della frattura al polso destro di Benedetto XVI e l’intervento venerdì mattina presso l’ospedale di Aosta. Momenti di grande timore ed incertezza per poi tornare a vedere il sorriso sui volti di chi ha vissuto con ansia queste ore di attesa, fino a quando il Vaticano ne ha confermata la presenza. Ed è nella sobrietà di una piazza dove tutto era preparato nei minimi dettagli che si è svolta la Santa Messa celebrata dal Cardinale Bertone e il Rosario, in attesa che il Santo Padre, atterrato in elicottero presso la ex Olivetti di Scarmagno a pochi passi dal piccolo paese, facesse la sua apparizione. E mentre già dalle prime ore della mattinata la gente faceva “visita” al piccolo centro canavesano, unitamente a tanti Sindaci ed autorità civili e militari, sulla piazza della chiesa dei Santi Pietro e Solutore sventolavano le bandiere bianco gialle del Vaticano e i bambini tenevano stretti tra le mani, palloncini dello stesso colore da liberare in cielo. Un cielo limpido da permettere di vedere lontano verso quelle montagne della Valle d’Aosta da cui sarebbe di li a poco giunto il Papa. Ad acclamarlo per primi i tanti fedeli riuniti in chiesa (i cui posti sono stati riservati alle persone anziane, ed ai malati): un boato di applausi e all’interno un Papa che si è trattenuto con loro senza risparmiare saluti e strette di mano. E poi ancora applausi, quando dal sagrato della Chiesa ha detto: “Cari fratelli e sorelle, sono venuto con gioia nella vostra bella città e bella chiesa. Vorrei dire grazie a tutti coloro che in questo momento hanno mostrato la loro vicinanza e che hanno pregato per me rafforzando quella rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo.”
Un grazie che Benedetto XVI ha esteso anche al personale medico dell’ospedale di Aosta. Ed è impossibile non rivolgere un pensiero a quel o quei chirurghi che in una tranquilla giornata d’estate hanno dovuto affrontare una responsabilità così grande. Nelle loro mani, le mani del Papa, quelle mani che tanti sognano di poter baciare, accarezzare e di poter stringere. E quelle mani oggi loro possono dire di averle simbolicamente “strette” nella paura e nella gioia e di averlo fatto un po’ per tutti. “Vorrei dire grazie ai medici di Aosta che mi hanno trattato con tanta diligenza, competenza e amicizia e vedete con successo” ha sottolineato il Santo Padre, aggiungendo simpaticamente: “Speriamo successo finale.”
E la benedizione è giunta, regolarmente, con quella stessa mano destra, certo ingessata.
Karen Orfanelli