È la risposta del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale
LEINÌ – Sedeva sui Banchi della maggioranza come capogruppo fino ad una manciata di giorni fa, poi la sua dipartita per candidarsi in qualità di Sindaco alle elezioni amministrative di Volpiano, ed infine a pesare sulla sua testa come un macigno, l’imputazione più brutta: la 416 bis “’Ndrangheta”, associazione di tipo mafioso. Per Nevio Coral e per quella Leinì che lo ha votato alla guida del paese per due legislature questa rappresenta una delle pagine più brutte della storia e in città non si parla d’altro; lo dimostrano le tante persone che nel tardo pomeriggio di martedì, alle 18.30, hanno preso parte al Consiglio Comunale straordinario indetto per approvare alcuni punti all’ordine del giorno. Tra di essi la richiesta urgente di inserirne uno ulteriore che ha visto il gruppo consiliare di minoranza “Uniti per Leini” invitare il Sindaco e la sua Giunta ad un atto di responsabilità: rimettere il proprio mandato alla luce dei gravi fatti che hanno coinvolto la famiglia Coral. Richiesta accolta dal Presidente del Consiglio Marco Eandi alla luce degli eventi di cronaca che hanno avuto forte impatto sulla popolazione e l’Amministrazione tutta. «Coral, sebbene non più in maggioranza – ha detto Eandi – è stata la colonna portante fin dall’inizio della nostra lista e persona vicino a me e a tutti i Consiglieri. Sono 20 anni che faccio parte di questa amministrazione, sono entrato con Nevio Coral, non ci conoscevamo e abbiamo iniziato la trasformazione del territorio e lavorato bene. Non spetta a noi sostituirci alla giustizia; non è ancora stata emessa una sentenza da parte della Magistratura e non siamo a conoscenza di eventuali implicazioni del Comune. Il Consiglio Comunale è tenuto a rispettare gli obblighi verso la cittadinanza e lavorare per il bene del paese. Questa sera l’atto di responsabilità che faccio è di continuare a governare perché è il mio compito ed è un mio dovere, nella trasparenza e legalità come è stato sempre fatto, rispettando il programma, e nel rispetto anche del doloroso momento che sta vivendo la famiglia, e di chi oggi non è presente per potersi difendere.»
Ed è un Sindaco emozionato, con le lacrime agli occhi, a prendere la parola, a ritornare a mercoledì scorso, quando suo papà è stato raggiunto, ha sottolineato Ivano Coral, «da misure restrittive della sua libertà personale dove gli viene contestata l’ipotesi di reato di concorso esterno di associazione mafiosa da parte dell’Autorità Giudiziaria.»
E punta il dito sulle false notizie che spesso riempiono le pagine dei giornale: «L’indagine come erroneamente scritto, non coinvolge le attività imprenditoriali, i beni della famiglia Coral. Mio papà dal 2005 non ha più avuto un ruolo amministrativo di governo in Comune e ha chiesto di poter essere al più presto ascoltato. Chi crede come me nella Giustizia non può che attendere che la Magistratura faccia luce sull’intera vicenda: non tocca alle piazze, né ai giornali, né al Consiglio Comunale.»
Il ricordo di Ivano Coral va a 5 anni fa quando lui stesso venne raggiunto da un avviso di garanzia, successivamente chiarito con un non luogo a procedere, e l’archiviazione degli otto capi di imputazione. «Noi oggi siamo solo spettatori – ha concluso il primo cittadino – Ci chiedete come atto di responsabilità politica ed istituzionale le dimissioni della maggioranza. Intendo invece che questa maggioranza, che in alcun modo è stata sfiorata da queste indagini, debba continuare serenamente ad amministrare.» Ed è quasi ironica la raffica di domande fatte dal Sindaco al Segretario comunale in merito all’attività amministrativa svolta dal comune: «Risultano forse indagini a carico del Comune e dei suoi funzionari? Risultano essere arrivati avvisi di garanzia a me, ai membri della mia Giunta, della mia maggioranza, a società o amministratori riferiti al Comune di Leinì? C’è un provvedimento di sospensione del Consiglio Comunale da parte del prefetto o risulta che sia in atto il commissariamento? No. Un anno fa i cittadini ci hanno chiesto di andare avanti con i progetti di sviluppo di questo paese e questa maggioranza ha tutto il diritto oggi di continuare il proprio lavoro.» Di parere contrario il gruppo di opposizione “Uniti per Leinì” che la certezza che non sussista alcun pericolo di paralisi da un punto di vista amministrativo, non ce l’ha.
«Ho sentito il Prefetto Vicario per avere delle risposte – ha ribattuto il Consigliere d’opposizione Gianfranco Brugiafreddo – Ho domandato se il Comune rischiava il commissariamento, ma non mi è stata data risposta anche se eravamo della minoranza. L’infiltrazione mafiosa, ha commentato il Prefetto, potrebbe riguardare anche l’opposizione. Nessuno di voi può saperlo. La mia idea è, comunque, che il commissariamento, lo rischiamo con alta probabilità.»
«Stando qua mi assumo tutte le responsabilità per ciò che ho fatto come Sindaco, di cosa sto facendo oggi, di quello che farò domani ed in futuro. Grazie a chi crede in me, alla mia squadra, che ritengo sia tra le migliori del territorio e per quelli che credono in me non mi dimetterò.» Ed è questa volta il capogruppo d’opposizione Gabriella Leone a rispondere: «La responsabilità il Sindaco non se la prende, ma ce l’ha di suo.»
E via libera al dibattito.
Karen Orfanelli