Coldiretti: “I cinghiali chiedono le chiavi delle città piemontesi e causano un incidente ogni 48 ore”

Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto, proliferano, con un aumento del 15%, i cinghiali che sono arrivati ad essere 2,3 milioni in Italia ed invadono città e campagne causando un incidente ogni 48 ore con 16 vittime e 215 feriti. E’ quanto emerge dalla stima di Coldiretti in occasione della protesta in piazza Castello, a Torino, con gli agricoltori esasperati insieme al presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo, al Delegato Confederale, Bruno Rivarossa, all’intera Giunta di Coldiretti Piemonte, a tutti i direttori delle federazioni provinciali e a cui si sono uniti il governatore Alberto Cirio, il vice Presidente Fabio Carosso, l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa, i capigruppo e consiglieri di maggioranza e minoranza con gli interventi di Paolo Ruzzola di Forza Italia, Paolo Bongioanni di Fratelli d’Italia, Monica Canalis del Pd, i cittadini, i Sindaci e le Istituzioni, oltre all’Associazione Familiari e Vittime della Strada con il presidente Giacinto Picozza.
Oltre un italiano adulto su quattro (26%) ha incontrato dal vivo un cinghiale con gli animali selvatici che dalle campagne hanno invaso città e luoghi di villeggiatura, tanto da diventare ormai ospiti fissi del paesaggio urbano. L’invasione di vie e piazze da parte dei selvatici viene vissuta dai cittadini come una vera e propria emergenza, tanto che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero (sondaggio Coldiretti/Ixè). Un allarme condiviso dall’Autorità per la sicurezza alimentare Europea (EFSA) che ha lanciato un appello agli Stati dell’Unione Europea chiedendo misure straordinarie per evitare l’accesso dei cinghiali al cibo e realizzare una riduzione del numero di capi per limitare il rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana (psa). Un allarme reale anche in Italia dove i cinghiali sempre più spesso razzolano tra i rifiuti delle città.
“I cinghiali stanno veramente chiedendo le chiavi delle nostre città piemontesi, arrivando ad invadere anche i luoghi turistici e simbolo del Made in Piemonte – evidenziano Roberto Moncalvo Presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale – La situazione è diventata insostenibile non solo nelle aree rurali della nostra Regione, ma anche nelle città tanto che viene compromesso l’equilibrio ambientale degli ecosistemi territoriali con la perdita della biodiversità e sono in costante aumento gli incidenti che mettono a rischio la pubblica sicurezza. Senza dimenticare il pericolo della diffusione di malattie evidenziato dallo stesso Piano di sorveglianza e prevenzione per il 2021, pubblicato dal ministero della Salute. Per questo il Piano deve essere volto alla riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette. In Piemonte in soli 5 mesi, da gennaio a maggio 2021, sono aumentate del 63% le richieste di indennizzo dei danni da parte degli agricoltori, motivo per cui sono di assoluta priorità alcune azioni che abbiamo individuato e presentato alla Regione per garantire continuità alle aziende agricole e tranquillità ai cittadini”.
Coldiretti Piemonte chiede che la Regione si coordini strettamente con lo Stato e operi in modo risoluto per attuare le misure previste per il controllo e il contenimento dei cinghiali.
Quattro i punti:
– le richieste di intervento degli agricoltori abbiano un riscontro immediato;
– gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse Forze dell’Ordine, da guardie venatorie volontarie, da cacciatori e da altri proprietari o conduttori dei fondi iscritti ad un apposito elenco regionale;
– il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio
– la regia complessiva delle azioni di contenimento e prelievo sia affidata al prefetto in quanto “competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza”.

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