Con l’inizio della settimana, sono ripartite molte attività commerciali e produttive, in attesa che il 23 maggio possano riaprire anche bar e ristoranti, il cui servizio attualmente è limitato al solo asporto. I tre mesi di lockdown hanno però già provocato la chiusura di molti esercizi e altri rischiano di aggiungersi nelle prossime settimane.
La riapertura dei negozi e di tutte le aziende che finora erano rimaste chiuse non consentirà però di recuperare gli incassi andati persi nel trimestre passato. E il volume di affari non potrà certo essere quello pre-Coronavirus, considerate anche le limitazioni connesse alle prescrizioni normative.
«Le pastoie burocratiche e le norme cervellotiche dei Dpcm di fatto hanno impedito alla gran parte delle persone interessate ad accedere ai prestiti garantiti dallo Stato – commenta il consigliere regionale della Lega Mauro Fava – E senza liquidità, né credito, c’è chi alla disperazione può finire con l’affidarsi all’usura: un rischio che va scongiurato in ogni modo. Serve rapidità negli aiuti economici, per questo la Regione ha attivato la procedura di sostegno con contributi a fondo perduto gestiti direttamente da Finpiemonte. Ho però ricevuto tante segnalazioni di imprenditori che non rientrano nelle categorie che hanno diritto a questo sostegno, ma voglio rassicurarli: non lasceremo indietro nessuno. Monitoreremo con attenzione l’evolvere della situazione nei prossimi mesi per adottare eventualmente nuove misure economiche e sostenere i settori che saranno più in sofferenza. Anche i Comuni devono fare la loro parte per aiutare commercianti ed imprenditori, evitando quegli eccessi di rigore che si sono visti ad esempio a Torino: è meglio incassare magari una sanzione in meno, se questo vuol dire impedire ad una serranda di abbassarsi per sempre».
Mag 18 2020
Fava: “Serve uno sforzo per proteggere le attività produttive dall’usura”
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