Ci mancava anche la mappa dei contagi zero divisa regione per regione.
Un esercizio accademico, una elaborazione di fantasia? No, qualcosa di scientifico, se è stato redatto dagli esperti dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio e Ordinario di Igiene all’Università Cattolica e dal dottor Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio.
Secondo le proiezioni il nostro Piemonte arriverà a zero contagi tra un mese esatto, il 21 maggio, in perfetta sincronia con il Veneto, l’Umbria e la Basilicata che
pure hanno avuto un persorso diverso dal nostro. In ritardo Marche e Lombardia, che arriverebbero a zero contagi il 27 e 28 giugno.
Sentivamo la necessità della pubblicazione di uno studio come questo? Francamente no, anche perchè il 30 marzo, non un secolo fa ma appena tre settimane fa, ne venne pubblicato un altro da parte dell’Istituto Einaudi per l’Economia e la Finanza che prevedeva zero contagi in Piemonte il 15 aprile. D’altronde è dall’inizio dell’emergenza, quel fine settimana tra il 22 ed il 23 febbraio, che sentiamo previsioni non proprio azzeccate. Quanto volte abbiamo sentito: “La prossima settimana sarà la decisiva!”, “Stiamo arrivando al picco dei contagi” e a forza di dirlo questo picco è stato trasformato da Silvio Brusaderro, dell’Istituto Superiore di Sanità, in un plateau. Non più il vertice di una salita brusca, ma un pianoro in cui il virus continua a fare sentire forti i suoi effetti.
E allora in questo balletto senza fine tra certezze e incertezze, quale utilità hanno queste informazioni? Certo quella di dare la senzazione sbagliata di una battaglia quasi vinta, se è vero che si parla di zero contagi. Zero contagi oggi che in Piemonte abbiamo avuto una media, negli ultimi quattro giorni, di oltre 76 morti e di 544 contagi?
Siamo tuttora in assenza di dati sicuri sul tipo di virus. Ad esempio non è ancora stata detta una parola unica, certa e sicura da parte dei virologi sulla presenza del virus nell’aria e c’è tuttora discordanza sul tempo in cui il virus rimane sulle superfici. Non sappiano ancora come finirà l’emergenza nelle case di riposo, ma facciamo previsioni. Dovremmo invece ragionare in fretta su come ripartire in sicurezza.
Non siamo stati in grado di tracciare i primi pazienti per contenere il contagio quando i numeri si contavano sulle dita di due mani e oggi vogliamo prevedere cosa accadrà tra venti giorni o un mese? E le responsabilità coinvolgono tutti, anche coloro che dovevano fornire gli strumenti per reagire in tempo zero all’epidemia: scienziati, disaster manager, consulenti, docenti universitari. Sì poi c’è anche la politica, quasi me ne dimenticavo: centro-destra, centro-sinistra, governo centrale o governi locali. Rimpallo di responsabilità. Anche sulla ripartenza, sulla quale la politica dovrebbe ragionare e decidere.
Apr 21 2020
Ci mancava la mappa dei contagi zero
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