TORINO – Un imprenditore settantenne originario della Provincia di Asti, proprietario di alcune aziende che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti e del riciclo di materiali speciali, è stato arrestato, nei giorni scorsi, dalla Guardia di Finanza di Torino su ordine della locale Procura della Repubblica.
L’uomo dovrà difendersi da numerose ipotesi di reato formulate a suo carico, da quelle fiscali e tributarie sino alla detenzione illegale di armi da fuoco.
Le indagini, condotte dai Finanzieri del Gruppo Torino, sono partite da alcune anomalie emerse dopo il fallimento di una delle società intestate all’imprenditore. Dalle investigazioni, infatti, era emerso come l’uomo aveva più volte simulato una locazione di due rami dell’azienda, ormai in avanzato stato di dissesto, ad altre due società nel frattempo costituite “ad hoc”. La manovra è risultata ancor più chiara quando gli inquirenti hanno scoperto i legami familiari e societari fra le tre aziende, tutte in realtà gestite dall’arrestato. Legami familiari e societari questi, che hanno fatto finire nei guai anche il genero e l’ex socio del settantenne, tutti denunciati per essersi prestati a fingersi titolari delle due società fittizie.
Nel corso delle indagini, è stato anche accertato come i tre non solo hanno aggravato lo stato di dissesto dell’azienda, un buco appurato in oltre tre milioni di euro ma, con la distrazione dei rami di azienda, hanno tentato di rendere vane le pretese dei creditori, con il conseguente rischio del cosiddetto “effetto domino”, che spesso il fallimento di un’azienda può generare sulle altre società con le quali intrattiene rapporti commerciali.
Nov 14 2018
Bancarotta fraudolenta e armi: un arresti e tre indagati
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