TORINO – In merito alle informazioni diffuse ieri circa gli studio scientifici sulle macchie di sangue della Sacra Sindone, il prof. Paolo Di Lazzaro, direttore di ricerca dell’Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, ha rilasciato questa dichiarazione:
«L’articolo pubblicato sul Journal of forensic sciences fa riferimento agli esperimenti condotti dai professori Borini e Garlaschelli nel 2014, di cui si era già discusso a suo tempo, con l’integrazione di nuovi tentativi sperimentali. Pur contenendo vari elementi di interesse, credo le modalità con cui tali sperimentazioni sono state condotte
avrebbero bisogno di integrazioni e specifiche attenzioni, per essere considerate scientificamente valide e autorevoli. Le misure delle colature di sangue in laboratorio sono effettuate usando un volontario in buone condizioni di salute sulla cui pelle pulita si è versato sangue fluido contenente un anticoagulante. Queste
condizioni a contorno sono molto diverse da quelle presenti sulla Sindone: non tengono infatti conto della presenza sulla pelle dell’uomo della Sindone di terriccio, sporcizia, sudore, ematomi da flagellazione e nemmeno della accentuata viscosità del sangue dovuta alla forte disidratazione. Non è possibile pensare di riprodurre
condizioni realistiche delle colature di sangue sul corpo di un crocifisso senza considerare tutti questi fattori che vanno a influenzare in modo importante il percorso delle colature di sangue.»
Prof. Paolo Di Lazzaro
direttore di ricerca dell’Enea e vicedirettore del
Centro Internazionale di Sindonologia di Torino
Lug 18 2018
Di Lazzaro: “Gli esperimenti sulla Sindone hanno bisogno di integrazioni”
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