TORINO – Dal 13 giugno scorso nel territorio metropolitano è iniziata una sorta di “rivoluzione” ambientale: le aree protette gestite e tutelate dalla Città Metropolitana di Torino hanno moltiplicato la propria estensione, passando da 4.000 a 31.000 ettari. È un passaggio a dir poco epocale, reso possibile dalla Legge regionale 19 del 2009, che stabilisce che la gestione delle aree della Rete Natura 2000 può essere delegata dalla Regione Piemonte alle Province e alle Città Metropolitane.
Una convenzione di durata illimitata ha affidato ben 27 aree al Servizio pianificazione e gestione rete ecologica, aree protette e vigilanza ambientale della Città Metropolitana.
I “tesori” delle aree protette
Laghi di Ivrea, Champlas du Col – Colle del Sestriere, Colle Basset (Sestriere), Boscaglie di Tasso di Giaglione (Val Clarea), Pian della Mussa (Balme), Val Thuras (Cesana Torinese), Oasi del Prà-Barant, Stazioni di Myricaria Germanica (Val Pellice), Laghi di Meugliano e Alice Superiore (Valchiusella), Stagni dei Favari di Poirino, Oasi xerotermica di Oulx – Auberge, Oasi xerotermica di Oulx – Amazas, Pendici del Monte Chaberton, Bardonecchia – Val Fredda, Bosco di Pian Prà (Rorà), Scarmagno – Torre Canavese (Morena destra d’Ivrea), Les Arnauds e Punta Quattro Sorelle (Bardonecchia), Oasi xerotermica di Puys (Beaulard di Oulx), Valle della Ripa – Argentera (Sauze di Cesana), Arnodera – Colle Montabone (Gravere, Meana di Susa, Susa), Cima Fournier e Lago Nero (Cesana Torinese), Lago di Maglione, Stagno interrato di Settimo Rottaro, Boschi e paludi di Bellavista (Pavone Canavese, Ivrea), Palude di Romano Canavese, Monte Musinè e Laghi di Caselette, Boschi umidi e stagni di Cumiana.
Lug 17 2018
Le aree protette gestite dalla Città Metropolitana passano da 4000 a 31.000 ettari
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