CALUSO – “Vivere insieme, Vivere felici” è il nome del progetto di educazione all’affettività rivolto alla scuola primaria, realizzato grazie alla collaborazione tra il Circolo Didattico di Caluso, i genitori e la Fondazione Banca del Canavese. Coinvolgerà le classi quinte dei plessi scolastici di Caluso, Mazzè, Tonengo,Vische, Arè e Villareggia (circa 90 studenti) e si pone l’obiettivo di sensibilizzare studenti e famiglie sui temi dell’affettività e della reciproca conoscenza. Dell’argomento si è parlato nel corso di una conferenza stampa alla presenza di Valeria Miotti Dirigente Scolastico del Circolo Didattico di Caluso, del Dottor Fabrizio Florio (psicologo), della dott.ssa Cristiana Arrò della Cooperativa Andirivieni di Rivarolo, dell’ingegner Maurizio Leone (coordinatore del progetto) e di Giovanni Cucco Presidente della Fondazione Banca del Canavese sostenitrice del progetto e da sempre attenta al mondo della scuola nel supportare eventi rivolti all’affermazione della cultura.
L’idea, così come evidenziato dalla dottoressa Arrò, attualmente referente tecnico del progetto famiglie e co-coordinatrice del progetto affettività dal suo esordio, è nata dal basso, dall’esigenza cioè di un genitore. «È stato interessante osservare come la comunità si sia fatta carico della tematica portandola in superficie, facendola emergere, avviando un percorso che costruito assieme ad un’ostetrica ci ha fatto pensare di esportare il progetto agli altri territori. Visto il buon riscontro dello scorso anno è stato dunque deciso di ampliare l’offerta.»
L’affettività mediante la comprensione delle proprie emozioni, il rispetto della propria persona, l’anatomia del corpo umano ed i cambiamenti nell’età adolescenziale e dello sviluppo, la sessualità e il concepimento, la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili sono gli argomenti trattati con l’obiettivo di alfabetizzare emotivamente i ragazzi, stimolare l’intelligenza relazionale, informare correttamente sulla sessualità, supportare le famiglie nella trattazione di tematiche complesse e scomode, sensibilizzare le istituzioni scolastiche sull’argomento, prevenire la violenza di genere. «Non si può fondare una sessualità sana e armonica senza considerare l’affettività che ci sta intorno» ha sottolineato il dottor Florio. Da qui la necessità di saper leggere nel proprio mondo emotivo interno e cercare di creare rapporti sani. L’importanza, dunque, di riuscire a vivere le proprie emozioni insieme agli altri. È stato sottolineato come spesso si registrino relazioni tra pari fortemente inquinate e come il gruppo sociale classe e l’essere accettati incida fortemente sulla capacità di imparare ad accettarsi. «Importante è essere franchi con se stessi, saper governare ciò che spaventa e non subirlo – ha continuato Florio – In prima media per i ragazzi cambia il mondo; sono inesperti ma curiosi, si pongono delle domande ed occorre saper dare loro risposte coerenti e concrete, con un vocabolario corretto. I ragazzi percepiscono il proprio corpo che cambia, la sessualità rischia addirittura di diventare strumento di potere e se non viene fornito un quadro coerente e consapevole di risposte, il giovane cerca le risposte altrove. Anche le logiche di controllo delle famiglie, come negare uno smartphone, rischiano di non essere adeguate. L’agenzia educativa alternativa alla famiglia è la scuola che deve necessariamente essere coinvolta in queste dinamiche ed aiutare i ragazzi a diventare consapevoli.»
E se è vero che la sessualità è stato il tema di partenza del progetto, «è emerso un approccio più ampio legato all’affettività, al rispetto del compagno, al bullismo, alla violenza psicologica e a come prevenire le violenze di genere, ai condizionamenti di dipendenza che non rendono liberi per permettere ai ragazzi di affacciarsi a tutte queste dinamiche con qualche strumento in più.»
Karen Orfanelli
Fondazione Banca del Canavese
C’era un tempo in cui la gente del nostro territorio, con un gesto, una parola e una stretta di mano, prendeva decisioni, stringeva accordi e stipulava contratti.
In questo contesto, con queste modalità, nasceva una banca della gente.
La Fondazione Banca del Canavese vuole oggi essere dinamica, moderna, agile, vivace, fresca, presente sul territorio e tra la gente, oggi come un tempo, attenta al presente ma tenacemente proiettata nel futuro, per continuare a organizzare e offrire ai suoi soci, con la serietà e la professionalità che da sempre la caratterizza, eventi significativi e servizi di valore e qualità. (dal profilo Fb)